Il contributo si propone di confrontare l’eurocomunismo da una parte e i principi dell’austerità e della morale, dalla quale sorge la cosiddetta “questione”. L’intento è quello di cogliere, qualora esistano, tratti comuni o quantomeno coerenti tra la nuova ricetta comunista che accoglie di buon grado il pluralismo e la libertà, e le parole d’ordine che rappresenteranno i cardini della rottura con il partito di Craxi, lontano dall’austerità quanto dalla morale così come concepita da Berlinguer. Coerenza tra questi principi, secondo l’Autore, c’è e si trova nella definizione di socialismo approntata dal leader comunista. Definizione riassumibile nei seguenti tre tratti: “definire regole per il mercato e le attività economiche che senza soffocare le iniziative delle imprese o la ricerca del profitto orientino in funzione di alcuni obiettivi lo sviluppo economico nel suo insieme”; “sviluppare la partecipazione più ampia dei cittadini per consolidare gli istituti della democrazia rappresentativa così da portarla in salvo dalla crisi”; “combattere i fenomeni diffusi e radicati di particolarismo attraverso una grande battaglia in nome della solidarietà sociale ma anche dell’unità nazionale”. Mentre quest’ultima indicazione si declina nell’austerità e si ricollega espressamente alla questione morale, la prima, parlando in favore dell’iniziativa privata (certo acclimatata da strumenti sociali che non discriminino le fasce meno abbienti) apre alla seconda, sintesi evidente del principio pluralista, che sovrintende – com’è logico in un sistema democratico rappresentativo – alla libera impresa.

Enrico Berlinguer tra politica e morale. L’eurocomunismo e l’austerità

BUTTIGNON, IVAN
2014-01-01

Abstract

Il contributo si propone di confrontare l’eurocomunismo da una parte e i principi dell’austerità e della morale, dalla quale sorge la cosiddetta “questione”. L’intento è quello di cogliere, qualora esistano, tratti comuni o quantomeno coerenti tra la nuova ricetta comunista che accoglie di buon grado il pluralismo e la libertà, e le parole d’ordine che rappresenteranno i cardini della rottura con il partito di Craxi, lontano dall’austerità quanto dalla morale così come concepita da Berlinguer. Coerenza tra questi principi, secondo l’Autore, c’è e si trova nella definizione di socialismo approntata dal leader comunista. Definizione riassumibile nei seguenti tre tratti: “definire regole per il mercato e le attività economiche che senza soffocare le iniziative delle imprese o la ricerca del profitto orientino in funzione di alcuni obiettivi lo sviluppo economico nel suo insieme”; “sviluppare la partecipazione più ampia dei cittadini per consolidare gli istituti della democrazia rappresentativa così da portarla in salvo dalla crisi”; “combattere i fenomeni diffusi e radicati di particolarismo attraverso una grande battaglia in nome della solidarietà sociale ma anche dell’unità nazionale”. Mentre quest’ultima indicazione si declina nell’austerità e si ricollega espressamente alla questione morale, la prima, parlando in favore dell’iniziativa privata (certo acclimatata da strumenti sociali che non discriminino le fasce meno abbienti) apre alla seconda, sintesi evidente del principio pluralista, che sovrintende – com’è logico in un sistema democratico rappresentativo – alla libera impresa.
2014
9788897561156
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