Basandosi su una scelta di esempi dalla letteratura delle prime avanguardie lo studio intende mostrare quanto la sessualità abbia svolto un ruolo rilevante nelle utopie del XX secolo e sia inseparabile dal loro coté politico. L'autore prende le mosse dall'analisi della reputazione di misoginia di cui il futurismo fu tacciato fin dal suo inizio in seguito ai ripetuti pronunciamenti del suo fondatore, Filippo Tommaso Marinetti. L'autore tuttavia non si ferma alla superficie di questi testi, ma cerca di esplorare l'altra faccia della misoginia futurista: rifiutando di attribuire alla donna il suo ruolo tradizionale Marinetti in effetti aprì la strada all'emancipazione femminile. I futuristi della seconda generazione presero le distanze dall'ideologia del loro fondatore, ma continuarono ad esplorare il ruolo delle donne nel mondo futuro in direzioni differenti: una di queste era rivolta al passato e auspicava il ritorno dell'umanità alla natura (Vasari), l'altra indagava le possibilità inerenti alla parità di genere, staccando la sessualità dal genere, anticipando così scenari postumani (Fillia). Lo studio fornisce anche esempi di come l'immaginazione sulla vita sessuale nel futuro sia diventata un elemento imprescindibile di quasi tutte le visioni distopiche degli anni Venti e dei primi anni Trenta, indagando legami e somiglianze tra vari autori (tra questi Čapek, Zamjatin, Sosnkowski, Huxley).

La donna e la macchina nelle avanguardie europee degli anni Venti

Ranocchi, Emiliano
2015-01-01

Abstract

Basandosi su una scelta di esempi dalla letteratura delle prime avanguardie lo studio intende mostrare quanto la sessualità abbia svolto un ruolo rilevante nelle utopie del XX secolo e sia inseparabile dal loro coté politico. L'autore prende le mosse dall'analisi della reputazione di misoginia di cui il futurismo fu tacciato fin dal suo inizio in seguito ai ripetuti pronunciamenti del suo fondatore, Filippo Tommaso Marinetti. L'autore tuttavia non si ferma alla superficie di questi testi, ma cerca di esplorare l'altra faccia della misoginia futurista: rifiutando di attribuire alla donna il suo ruolo tradizionale Marinetti in effetti aprì la strada all'emancipazione femminile. I futuristi della seconda generazione presero le distanze dall'ideologia del loro fondatore, ma continuarono ad esplorare il ruolo delle donne nel mondo futuro in direzioni differenti: una di queste era rivolta al passato e auspicava il ritorno dell'umanità alla natura (Vasari), l'altra indagava le possibilità inerenti alla parità di genere, staccando la sessualità dal genere, anticipando così scenari postumani (Fillia). Lo studio fornisce anche esempi di come l'immaginazione sulla vita sessuale nel futuro sia diventata un elemento imprescindibile di quasi tutte le visioni distopiche degli anni Venti e dei primi anni Trenta, indagando legami e somiglianze tra vari autori (tra questi Čapek, Zamjatin, Sosnkowski, Huxley).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1072915
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