Lo storico Giuseppe Ricuperati ha scritto che nella scuola «l’unica forma di sintesi imperfetta è una storia non trionfale, educata dall’economia, dalla sociologia e dall’antropologia, oltre che dalle letterature, come base per creare il linguaggio complesso delle cittadinanze che ci occorrono: quella locale e regionale, quella nazionale, quella europea e quella mondiale» . Questa conclusione, raggiunta dallo studioso grazie a un ampio e articolato ragionamento, invita ad estendere anche all’ambito letterario alcune delle acquisizioni maturate a proposito delle storie locali. Sebbene l’impostazione regionale della storia letteraria italiana abbia acquistato maggior forza e sicurezza proprio negli ultimi decenni, durante i quali si è cercato di riconoscere nelle varie regioni il costituirsi storico di centri culturali dotati di caratteri propri, la discussione in merito all’insegnamento delle letterature locali non è mai stata avviata in termini significativi. Non sono pochi, infatti, i problemi che si pongono al tentativo di tracciare linee di continuità all’interno delle varie manifestazioni letterarie nell’ambito di ogni singola regione. Spesso, infatti, dietro le sfere regionali si incontrano soltanto la chiusura provinciale, la pigrizia, la negazione del rinnovamento e della sperimentazione. Per molti aspetti, invece, il problema si pone in termini simili a quelli già evidenziati per la storia: si tratta, infatti, di rintracciare i momenti rivelativi della letteratura italiana in una regione, facendo vertere il discorso sui valori e sui significati, tanto più vitali quanto meno conclusi nell’ambito della regionalità. In questo modo il provincialismo e il tradizionalismo vengono superati dalla regione stessa, e la tradizione regionale viene letta non come celebrazione locale, ma come relazione, rapporto, tensione oltre i suoi limiti e i suoi confini. Per motivare con un esempio concreto la necessità di una riappropriazione del passato in tutte le sue dimensioni, si farà riferimento a una situazione che nell’ambito italiano potrebbe apparire quasi paradossale: il Friuli. Nel caso di questa regione sarebbe un’impresa velleitaria cercare di tracciare per la letteratura in italiano una originale “linea” di sviluppo attraverso i secoli, mancando persino quel minimo di costanza di temi e di atteggiamenti che si può riscontrare in altre regioni. Risulta più opportuno, invece, sfruttare la possibilità di instaurare per ciascun periodo un parallelo con le esperienze culturali nazionali (e non solo), tenendo conto del ritardo con cui esse vengono elaborate in quest’area marginale. Per quanto riguarda la produzione letteraria in italiano, si tratta infatti di una letteratura quasi mai originale né indipendente. Ma forse è proprio questo l’aspetto da mettere a frutto a favore di un insegnamento della letteratura italiana che tocchi in modo proficuo anche la corda della dimensione locale.

Letterature regionali e curriculum di letteratura italiana. Per un'integrazione degli spunti del territorio nei percorsi letterari dei licei

ZANELLO G
2015-01-01

Abstract

Lo storico Giuseppe Ricuperati ha scritto che nella scuola «l’unica forma di sintesi imperfetta è una storia non trionfale, educata dall’economia, dalla sociologia e dall’antropologia, oltre che dalle letterature, come base per creare il linguaggio complesso delle cittadinanze che ci occorrono: quella locale e regionale, quella nazionale, quella europea e quella mondiale» . Questa conclusione, raggiunta dallo studioso grazie a un ampio e articolato ragionamento, invita ad estendere anche all’ambito letterario alcune delle acquisizioni maturate a proposito delle storie locali. Sebbene l’impostazione regionale della storia letteraria italiana abbia acquistato maggior forza e sicurezza proprio negli ultimi decenni, durante i quali si è cercato di riconoscere nelle varie regioni il costituirsi storico di centri culturali dotati di caratteri propri, la discussione in merito all’insegnamento delle letterature locali non è mai stata avviata in termini significativi. Non sono pochi, infatti, i problemi che si pongono al tentativo di tracciare linee di continuità all’interno delle varie manifestazioni letterarie nell’ambito di ogni singola regione. Spesso, infatti, dietro le sfere regionali si incontrano soltanto la chiusura provinciale, la pigrizia, la negazione del rinnovamento e della sperimentazione. Per molti aspetti, invece, il problema si pone in termini simili a quelli già evidenziati per la storia: si tratta, infatti, di rintracciare i momenti rivelativi della letteratura italiana in una regione, facendo vertere il discorso sui valori e sui significati, tanto più vitali quanto meno conclusi nell’ambito della regionalità. In questo modo il provincialismo e il tradizionalismo vengono superati dalla regione stessa, e la tradizione regionale viene letta non come celebrazione locale, ma come relazione, rapporto, tensione oltre i suoi limiti e i suoi confini. Per motivare con un esempio concreto la necessità di una riappropriazione del passato in tutte le sue dimensioni, si farà riferimento a una situazione che nell’ambito italiano potrebbe apparire quasi paradossale: il Friuli. Nel caso di questa regione sarebbe un’impresa velleitaria cercare di tracciare per la letteratura in italiano una originale “linea” di sviluppo attraverso i secoli, mancando persino quel minimo di costanza di temi e di atteggiamenti che si può riscontrare in altre regioni. Risulta più opportuno, invece, sfruttare la possibilità di instaurare per ciascun periodo un parallelo con le esperienze culturali nazionali (e non solo), tenendo conto del ritardo con cui esse vengono elaborate in quest’area marginale. Per quanto riguarda la produzione letteraria in italiano, si tratta infatti di una letteratura quasi mai originale né indipendente. Ma forse è proprio questo l’aspetto da mettere a frutto a favore di un insegnamento della letteratura italiana che tocchi in modo proficuo anche la corda della dimensione locale.
2015
978-88-905450-9-2
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