La centralità periferica di Mickeal Milocco Lo Sprawl delle città metropolitane e la mancata organizzazione di piani di intervento puntuali e adeguati alle esigenze della città “che cresce”, hanno interrotto la “continuità urbana” determinando differenze spaziali e sociali che si manifestano nel rapporto tra il territorio urbano centrale e quello periferico. Queste differenze si manifestano all’interno di una fascia, un margine, un confine non definito, il quale gli an- tichi greci definivano come il «luogo ideale della trasformazione» (Montepaone, 1999). Proprio in questo luogo bisognerebbe operare per favorire approcci e strategie di pianificazione adatte a ridurre il divario ambientale e sociale, aumentando l’accessibilità e favorendo la mobilità e lo scambio socio-culturale. La città dovrebbe essere ri-configurata come un sistema integrato, inclusivo, che metta in comunicazione gli ambiti della città contemporanea attraverso una «continuità insediativa» (Secchi, 1986), che vuole risolvere le cesure urbane. Bisognerebbe procedere verso un nuovo disegno urbano che dovrebbe (ri)consolidare la scala sociale e quella architettonica attraverso l'ibridazione in nuove tipologie di spazio che si insinuano “tra” gli ambiti metropolitani, rimettendo a sistema i frammenti dello spazio collettivo (Valente, 2007) dis- seminati sul territorio peri-urbano, ricucendoli in una rete di interventi puntuali (Secchi, 1986). Per creare nuovi luoghi nello spazio “tra” metropolitano (Zanni, 2010) bisogna attivare processi di riqualificazione, riconversione o riappropriazione autonoma (tactical urbanism), per procedere verso la realizzazione di aree iper-collegate che formano nuove centralità periferiche; si vorrebbero così riattivare inedite “situazioni ar- chitettoniche" che favoriscono le attività dei quartieri presi in esame, sviluppando positive ed impreviste dinamiche sociali che ricostruiscono una continuità urbana fatta di “gesti" architettonici che attenuano o annullano le cesure e i limiti urbani presenti. Montepaone C., Lo spazio del margine,Donzelli, Roma 1999 Secchi B., “Progetto di suolo” in: Casabella n. 520, 1986, pp.19-23 Valente I., Figure (frammenti) dell’architettura dello spazio publico in A/Z, Di Franco A., Maggioli, 2007 Zanni F., Infra-luoghi, Maggioli, 2010

La centralità periferica

Milocco Borlini, MIckeal
2018-01-01

Abstract

La centralità periferica di Mickeal Milocco Lo Sprawl delle città metropolitane e la mancata organizzazione di piani di intervento puntuali e adeguati alle esigenze della città “che cresce”, hanno interrotto la “continuità urbana” determinando differenze spaziali e sociali che si manifestano nel rapporto tra il territorio urbano centrale e quello periferico. Queste differenze si manifestano all’interno di una fascia, un margine, un confine non definito, il quale gli an- tichi greci definivano come il «luogo ideale della trasformazione» (Montepaone, 1999). Proprio in questo luogo bisognerebbe operare per favorire approcci e strategie di pianificazione adatte a ridurre il divario ambientale e sociale, aumentando l’accessibilità e favorendo la mobilità e lo scambio socio-culturale. La città dovrebbe essere ri-configurata come un sistema integrato, inclusivo, che metta in comunicazione gli ambiti della città contemporanea attraverso una «continuità insediativa» (Secchi, 1986), che vuole risolvere le cesure urbane. Bisognerebbe procedere verso un nuovo disegno urbano che dovrebbe (ri)consolidare la scala sociale e quella architettonica attraverso l'ibridazione in nuove tipologie di spazio che si insinuano “tra” gli ambiti metropolitani, rimettendo a sistema i frammenti dello spazio collettivo (Valente, 2007) dis- seminati sul territorio peri-urbano, ricucendoli in una rete di interventi puntuali (Secchi, 1986). Per creare nuovi luoghi nello spazio “tra” metropolitano (Zanni, 2010) bisogna attivare processi di riqualificazione, riconversione o riappropriazione autonoma (tactical urbanism), per procedere verso la realizzazione di aree iper-collegate che formano nuove centralità periferiche; si vorrebbero così riattivare inedite “situazioni ar- chitettoniche" che favoriscono le attività dei quartieri presi in esame, sviluppando positive ed impreviste dinamiche sociali che ricostruiscono una continuità urbana fatta di “gesti" architettonici che attenuano o annullano le cesure e i limiti urbani presenti. Montepaone C., Lo spazio del margine,Donzelli, Roma 1999 Secchi B., “Progetto di suolo” in: Casabella n. 520, 1986, pp.19-23 Valente I., Figure (frammenti) dell’architettura dello spazio publico in A/Z, Di Franco A., Maggioli, 2007 Zanni F., Infra-luoghi, Maggioli, 2010
2018
9788832500134
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