La patologia nutrizionale si occupa tutti i processi morbosi ascrivibili a deficienza (primitiva o secondaria), eccesso o squilibrio degli elementi nutritivi richiesti per la crescita e il mantenimento di tutte le funzioni metaboliche nelle diverse fasi vitali di un animale. In generale, le malattie nutrizionali sono difficili da definire in termini assoluti, in quanto è raro che siano causate da una sola carenza alimentare. Gli stati carenziali, la degenerazione lipoidea, l’ittero da digiuno, la steatosi epatica o viscerale, alcune enteropatie, le anomalie scheletriche, la cataratta e certe neoplasie sono alcuni degli stati morbosi che interessano le specie ittiche allevate e che derivano da errori relativi alla formulazione e somministrazione delle diete artificiali, alla loro mal conservazione o presenza di contaminanti nelle materie prime. L’evoluzione dell’acquacoltura verso sistemi intensivi industrializzati ha dato un notevole impulso alla ricerca sugli aspetti nutrizionali e alimentari delle diverse specie allevate. Le prospettive economiche di redditività in acquacoltura hanno portato verso un marcato aumento della densità di pesce ottenibile per unità di coltura, tendenza che ha indotto sovente condizioni di allevamento al limite per il benessere animale. Tali condizioni di allevamento aumentano concretamente il rischio di un evento morboso (infettivo o non), ma, soprattutto, ribadiscono come una corretta nutrizione e alimentazione siano fattori critici per promuovere adeguate prestazioni produttive e per garantire il necessario stato di salute. Partendo dal presupposto che una dieta artificiale commerciale sia teoricamente rispondente a tutte le esigenze nutritive specifiche, di una data specie ittica nelle varie fasi del ciclo produttivo, quali devono essere considerate, attualmente, le criticità riconducibili a eventi patologici con matrice eziologica nutrizionale o alimentare? Sicuramente, il diffuso impiego di fonti proteiche vegetali per la formulazione delle diete commerciali ha aperto un nuovo filone della patologia nutrizionale dei pesci, poiché i fattori antinutrizionali, prolifi aminoacidici inadeguati e/o la presenza di sostanze marginalmente tossiche possono influenzare negativamente la salute e, quindi, le prestazioni zootecniche del pesce allevato. Conseguentemente, bisognerebbe riconsiderare anche la gestione dell’alimentazione contestualmente a nuovi scenari climatici, economici e tecnologici specifici del settore ittico.

Patologie nutrizionali emergenti: il punto di vista del patologo

BERALDO, Paola
2010-01-01

Abstract

La patologia nutrizionale si occupa tutti i processi morbosi ascrivibili a deficienza (primitiva o secondaria), eccesso o squilibrio degli elementi nutritivi richiesti per la crescita e il mantenimento di tutte le funzioni metaboliche nelle diverse fasi vitali di un animale. In generale, le malattie nutrizionali sono difficili da definire in termini assoluti, in quanto è raro che siano causate da una sola carenza alimentare. Gli stati carenziali, la degenerazione lipoidea, l’ittero da digiuno, la steatosi epatica o viscerale, alcune enteropatie, le anomalie scheletriche, la cataratta e certe neoplasie sono alcuni degli stati morbosi che interessano le specie ittiche allevate e che derivano da errori relativi alla formulazione e somministrazione delle diete artificiali, alla loro mal conservazione o presenza di contaminanti nelle materie prime. L’evoluzione dell’acquacoltura verso sistemi intensivi industrializzati ha dato un notevole impulso alla ricerca sugli aspetti nutrizionali e alimentari delle diverse specie allevate. Le prospettive economiche di redditività in acquacoltura hanno portato verso un marcato aumento della densità di pesce ottenibile per unità di coltura, tendenza che ha indotto sovente condizioni di allevamento al limite per il benessere animale. Tali condizioni di allevamento aumentano concretamente il rischio di un evento morboso (infettivo o non), ma, soprattutto, ribadiscono come una corretta nutrizione e alimentazione siano fattori critici per promuovere adeguate prestazioni produttive e per garantire il necessario stato di salute. Partendo dal presupposto che una dieta artificiale commerciale sia teoricamente rispondente a tutte le esigenze nutritive specifiche, di una data specie ittica nelle varie fasi del ciclo produttivo, quali devono essere considerate, attualmente, le criticità riconducibili a eventi patologici con matrice eziologica nutrizionale o alimentare? Sicuramente, il diffuso impiego di fonti proteiche vegetali per la formulazione delle diete commerciali ha aperto un nuovo filone della patologia nutrizionale dei pesci, poiché i fattori antinutrizionali, prolifi aminoacidici inadeguati e/o la presenza di sostanze marginalmente tossiche possono influenzare negativamente la salute e, quindi, le prestazioni zootecniche del pesce allevato. Conseguentemente, bisognerebbe riconsiderare anche la gestione dell’alimentazione contestualmente a nuovi scenari climatici, economici e tecnologici specifici del settore ittico.
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