L’articolo ricostruisce l’intenso confronto con l’estetica di Kant da parte di Schiller e Hölderlin. Dopo avere ripercorso le letture kantiane di Schiller e Höderlin viene illustrato in che modo Schiller nei saggi Kallias e Sulla grazia e sulla dignità, credette di superare il soggettivismo dell’estetica kantiana, mettendo la bellezza in rapporto con l’etica, in quanto “libertà nella rappresentazione” e ricorrendo alla “grazia” intesa come armonia tra sensi e ragione. I limiti della grazia schilleriana, bellezza del movimento e dell’azione, pura idea senza oggetto, saranno il punto di partenza dell’estetica di Hölderlin, trattata nella terza parte. Hölderlin, attraverso Platone e Fichte, riuscirà a superare il dualismo kantiano tra sensi e ragione scoprendo una bellezza ontologica, non più, come quella di Schiller, equilibrio di forze opposte ma apparizione sulla terra dell’Essere, del divino: la poesia, “nesso superiore” tra uomo e mondo e unica vera conciliazione degli opposti.

«Oltre la linea di confine kantiana», con Schiller e Hölderlin: il bello ontologico della poesia

POLLEDRI, Elena
2012-01-01

Abstract

L’articolo ricostruisce l’intenso confronto con l’estetica di Kant da parte di Schiller e Hölderlin. Dopo avere ripercorso le letture kantiane di Schiller e Höderlin viene illustrato in che modo Schiller nei saggi Kallias e Sulla grazia e sulla dignità, credette di superare il soggettivismo dell’estetica kantiana, mettendo la bellezza in rapporto con l’etica, in quanto “libertà nella rappresentazione” e ricorrendo alla “grazia” intesa come armonia tra sensi e ragione. I limiti della grazia schilleriana, bellezza del movimento e dell’azione, pura idea senza oggetto, saranno il punto di partenza dell’estetica di Hölderlin, trattata nella terza parte. Hölderlin, attraverso Platone e Fichte, riuscirà a superare il dualismo kantiano tra sensi e ragione scoprendo una bellezza ontologica, non più, come quella di Schiller, equilibrio di forze opposte ma apparizione sulla terra dell’Essere, del divino: la poesia, “nesso superiore” tra uomo e mondo e unica vera conciliazione degli opposti.
2012
9788895881584
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1023551
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