L’invenzione della ‘fonologia musicale’ ambiva a coniugare una teoria strutturale della lingua con l’ordine del continuo sonoro operante nella musica elettronica. L’ambiguità del binomio, derivante dallo scambio tra il dominio fisico-naturalistico della fonetica e la dimensione linguistico-strutturale, non fu allora avvertita come un impedimento teorico. Anzi, l’espressione ‘fonologia musicale’ fu scelta dalla direzione RAI nel 1955 per denominare il nuovo Studio radiofonico di Milano. Una ricerca pluriennale del Laboratorio MIRAGE sulle fonti audio e sui fondamenti scrittorî della musica elettronica ha messo in evidenza come Bruno Maderna e Luciano Berio, ricorrendo all’interazione retroattiva uomo-macchina, abbiano di fatto superato la natura anfibologica del connubio fonologia/musica. Nell’esperimento Thema (Omaggio a Joyce) Berio mette in atto un processo di regressione per far convergere lingua e musica a livelli precostituivi il linguaggio organizzato. Diversamente, in Dimensioni II / Invenzione su una voce e poi in Ages, Hyperion, Tempo libero, Maderna usa la tecnologia del nastro magnetico per creare varianza e complessità, riaffermando, anche nella dimensione elettronica, l’identità: composizione = esecuzione = interpretazione. L’analisi dei processi di feedback messi in atto dai due compositori allo Studio milanese ha consentito di raggiungere una formalizzazione della loro prassi compositiva, modellandola sulla formula canonica del mito. Seguendo questa intuizione di Claude Lévi-Strauss gli autori del volume concludono che il vero mito fu l’invenzione stessa della fonologia musicale, fucina mitopoietica che pretese, talvolta riuscendovi, di creare esperienze musicali mai tentate dagli altri Studi.

L'invenzione della fonologia musicale. Saggi sulla musica elettronica sperimentale di Luciano Berio e Bruno Maderna

COSSETTINI, Luca;ORCALLI, Angelo
2015-01-01

Abstract

L’invenzione della ‘fonologia musicale’ ambiva a coniugare una teoria strutturale della lingua con l’ordine del continuo sonoro operante nella musica elettronica. L’ambiguità del binomio, derivante dallo scambio tra il dominio fisico-naturalistico della fonetica e la dimensione linguistico-strutturale, non fu allora avvertita come un impedimento teorico. Anzi, l’espressione ‘fonologia musicale’ fu scelta dalla direzione RAI nel 1955 per denominare il nuovo Studio radiofonico di Milano. Una ricerca pluriennale del Laboratorio MIRAGE sulle fonti audio e sui fondamenti scrittorî della musica elettronica ha messo in evidenza come Bruno Maderna e Luciano Berio, ricorrendo all’interazione retroattiva uomo-macchina, abbiano di fatto superato la natura anfibologica del connubio fonologia/musica. Nell’esperimento Thema (Omaggio a Joyce) Berio mette in atto un processo di regressione per far convergere lingua e musica a livelli precostituivi il linguaggio organizzato. Diversamente, in Dimensioni II / Invenzione su una voce e poi in Ages, Hyperion, Tempo libero, Maderna usa la tecnologia del nastro magnetico per creare varianza e complessità, riaffermando, anche nella dimensione elettronica, l’identità: composizione = esecuzione = interpretazione. L’analisi dei processi di feedback messi in atto dai due compositori allo Studio milanese ha consentito di raggiungere una formalizzazione della loro prassi compositiva, modellandola sulla formula canonica del mito. Seguendo questa intuizione di Claude Lévi-Strauss gli autori del volume concludono che il vero mito fu l’invenzione stessa della fonologia musicale, fucina mitopoietica che pretese, talvolta riuscendovi, di creare esperienze musicali mai tentate dagli altri Studi.
2015
978-88-7096-836-1
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