Il contributo presenta uno studio sull'origine, trasmissione e diffusione, nonché una valutazione ecdotica di una delle opere più importanti di Gregorio Magno: i due libri delle Homiliae in Hiezechielem prophetam. L'indagine, condotta direttamente sull'escussione della tradizione manoscritta, offre un censimento dei testimoni più antichi e per il secondo libro individua nuovi codici (i più alti dei secoli VIII e IX) che attestano una diversa redazione dell'opera rispetto alla quale si determinano le esigenze esegetiche da cui scaturisce la revisione del testo. D'altro canto, la disamina di ventitré fragmenta presenti nel Liber testimoniorum di Paterio come excerpta del primo libro delle Omelie su Ezechiele, ma non identificabili nel testo definitivo dell'opera, rivela altresì che alcuni brani scartati dalla revisione della prima parte delle Omelie su Ezechiele furono adattati e inseriti in un'altra opera gregoriana, i Moralia in Iob, e che la revisione effettuata dall'autore sui propri commenti costrinse il suo segretario Paterio ad aggiornare e modificare il centone esegetico gregoriano (il Liber testimoniorum) che era ancora in fase di allestimento, contribuendo a causarne l'interruzione. I due percorsi di indagine effettuati dall'osservazione della tradizione manoscritta (la doppia redazione del secondo libro e gli omissa del primo), congiuntamente ad altre considerazioni filologico-testuali, consentono di acclarare che i due libri delle Homiliae in Hiezechielem prophetam, contrariamente a quanto fino ad oggi accolto dal consenso unanime degli studiosi, ebbero genesi, trasmissione e diffusione indipendente: il primo, riveduto e controllato da Gregorio otto anni dopo l'esposizione orale, fu licenziato e inviato dal pontefice a Mariniano di Ravenna; il secondo, relativo all'ultima e complessa visione del profeta, non venne mai concluso da Gregorio e la trasmissione può farsi risalire a una copia non ufficiale, derivante dalle trascrizioni tachigrafiche dei notai depositate nell'archivio lateranense.
Homiliae in Hiezechielem prophetam
CASTALDI, Lucia
2013-01-01
Abstract
Il contributo presenta uno studio sull'origine, trasmissione e diffusione, nonché una valutazione ecdotica di una delle opere più importanti di Gregorio Magno: i due libri delle Homiliae in Hiezechielem prophetam. L'indagine, condotta direttamente sull'escussione della tradizione manoscritta, offre un censimento dei testimoni più antichi e per il secondo libro individua nuovi codici (i più alti dei secoli VIII e IX) che attestano una diversa redazione dell'opera rispetto alla quale si determinano le esigenze esegetiche da cui scaturisce la revisione del testo. D'altro canto, la disamina di ventitré fragmenta presenti nel Liber testimoniorum di Paterio come excerpta del primo libro delle Omelie su Ezechiele, ma non identificabili nel testo definitivo dell'opera, rivela altresì che alcuni brani scartati dalla revisione della prima parte delle Omelie su Ezechiele furono adattati e inseriti in un'altra opera gregoriana, i Moralia in Iob, e che la revisione effettuata dall'autore sui propri commenti costrinse il suo segretario Paterio ad aggiornare e modificare il centone esegetico gregoriano (il Liber testimoniorum) che era ancora in fase di allestimento, contribuendo a causarne l'interruzione. I due percorsi di indagine effettuati dall'osservazione della tradizione manoscritta (la doppia redazione del secondo libro e gli omissa del primo), congiuntamente ad altre considerazioni filologico-testuali, consentono di acclarare che i due libri delle Homiliae in Hiezechielem prophetam, contrariamente a quanto fino ad oggi accolto dal consenso unanime degli studiosi, ebbero genesi, trasmissione e diffusione indipendente: il primo, riveduto e controllato da Gregorio otto anni dopo l'esposizione orale, fu licenziato e inviato dal pontefice a Mariniano di Ravenna; il secondo, relativo all'ultima e complessa visione del profeta, non venne mai concluso da Gregorio e la trasmissione può farsi risalire a una copia non ufficiale, derivante dalle trascrizioni tachigrafiche dei notai depositate nell'archivio lateranense.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.