Approfondimento sul film «Sole» (Italia 1929), esordio cinematografico di Alessandro Blasetti, «titolo luminoso e italiano», intriso di ideologia ruralista (vettore dichiarato della rinascita fascista), con cui il ventinovenne regista si riprometteva di rischiarare l’oscuro scenario della cinematografia nazionale, inaugurando quella “bonifica integrale” che si andava auspicando da tempo. Bonifica che il film elevava consapevolmente a manifesto simbolico di un rinnovamento perseguito a ogni livello. A partire dalla scelta degli amici coinvolti nell’impresa, «uomini giovani», «nuovi», «italiani», come ebbe a definirli il regista, «una razza privilegiata nella produzione cinematografica. Gente che ha fatto del cinematografo come lo ha sentito e non come lo ha visto fare da un qualsiasi sia pur grande maestro». Ovvero: Goffredo Alessandrini (assistente alla regia), Aldo Vergano (autore del soggetto e, con Blasetti, della sceneggiatura), Giuseppe Caracciolo (direttore della fotografia), Gastone Medin (scenografo). Salutato entusiasticamente dai principali organi della stampa quotidiana e specializzata come il «Primo film italiano», l’opera eponima di un nuovo «Rinascimento cinematografico», il film, incentrato sulle conflittualità scatenate dalla bonifica dell’Agro Pontino, si rivelò un clamoroso insuccesso commerciale - indubbiamente dovuto all’adozione di soluzioni impopolari, si trattasse di reticenze anacronistiche (l’assenza del sonoro) o di intuizioni troppo in anticipo sui tempi (produzione a basso budget) - e, di conseguenza, un esperimento produttivo fallimentare che affondò la Augustus, società di produzione fondata da Blasetti.

«Sole»

ROSSITTI, Marco
2014-01-01

Abstract

Approfondimento sul film «Sole» (Italia 1929), esordio cinematografico di Alessandro Blasetti, «titolo luminoso e italiano», intriso di ideologia ruralista (vettore dichiarato della rinascita fascista), con cui il ventinovenne regista si riprometteva di rischiarare l’oscuro scenario della cinematografia nazionale, inaugurando quella “bonifica integrale” che si andava auspicando da tempo. Bonifica che il film elevava consapevolmente a manifesto simbolico di un rinnovamento perseguito a ogni livello. A partire dalla scelta degli amici coinvolti nell’impresa, «uomini giovani», «nuovi», «italiani», come ebbe a definirli il regista, «una razza privilegiata nella produzione cinematografica. Gente che ha fatto del cinematografo come lo ha sentito e non come lo ha visto fare da un qualsiasi sia pur grande maestro». Ovvero: Goffredo Alessandrini (assistente alla regia), Aldo Vergano (autore del soggetto e, con Blasetti, della sceneggiatura), Giuseppe Caracciolo (direttore della fotografia), Gastone Medin (scenografo). Salutato entusiasticamente dai principali organi della stampa quotidiana e specializzata come il «Primo film italiano», l’opera eponima di un nuovo «Rinascimento cinematografico», il film, incentrato sulle conflittualità scatenate dalla bonifica dell’Agro Pontino, si rivelò un clamoroso insuccesso commerciale - indubbiamente dovuto all’adozione di soluzioni impopolari, si trattasse di reticenze anacronistiche (l’assenza del sonoro) o di intuizioni troppo in anticipo sui tempi (produzione a basso budget) - e, di conseguenza, un esperimento produttivo fallimentare che affondò la Augustus, società di produzione fondata da Blasetti.
2014
978-88-317-2113-4
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