Nel libro si raccolgono e commentano, in maniera sinottica, una cinquantina di articoli di cui chi scrive è autore (in qualche caso assieme ad altri), pubblicati sulla stampa regionale a partire dal 2003 e fino al 2015. Tutti riguardano analisi e strategie territoriali, come anche temi di urbanistica e di geo-politica che, a partire dal disastro idrogeologico che ha colpito la regione Friuli Venezia Giulia nel 2003, arrivano fino a oggi con le analisi della crisi in regione e delle possibili vie d’uscita. Il “mito” positivo e costruttivo del “modello Friuli” di ricostruzione post-terremoto del 1976, costituisce il riferimento ontologico e deontologico di fondo. Si può riassumere in breve il senso del ragionamento contenuto nel libro dicendo che il successo della ricostruzione del Friuli seguita al terremoto del 1976- il “modello Friuli”, appunto- può essere ancora e nonostante tutto fonte di grandi stimoli e suggerimenti per una strategia di rigenerazione di un capitale territoriale variegato e complesso, ma anche in avanzato stato di crisi, come è attualmente quello del FVG. Come invertire la tendenziale contrazione delle capacità di rigenerazione demografica, sociale e territoriale che riguarda la regione è la domanda delle domande. E la risposta sembra semplice: fermando, e anche attirando giovani sul territorio con buone opportunità, buoni lavori, buoni servizi, buon contesto di vita… In una parola, un buon territorio. Si tratta però di un programma molto difficile da costruire e realizzare nelle attuali condizioni di crisi e di divisione politica, sociale e culturale. Per attivare un simile processo ci vorrebbero un’idea di territorio, una diagnosi sufficientemente condivisa dello stesso e, infine, un progetto strategico largamente voluto e primariamente orientato solo a quest’obiettivo di rigenerazione territoriale tout court. La ricostruzione post–terremoto aveva queste caratteristiche di integrazione e per questo motivo è riuscita. Il libro si interroga sulla possibilità non di ripetere il modello Friuli, cosa che sarebbe obbiettivamente impossibile (se non altro perché non ci sono le condizioni di emergenza di massa da cui quel modello è nato), ma di recuperare almeno quel nocciolo di valori, obiettivi e condizioni operative che potrebbero comunque essere poste alla base di un progetto regionale di rigenerazione territoriale.
Territorio: capitale da rigenerare.
FABBRO, Sandro
2016-01-01
Abstract
Nel libro si raccolgono e commentano, in maniera sinottica, una cinquantina di articoli di cui chi scrive è autore (in qualche caso assieme ad altri), pubblicati sulla stampa regionale a partire dal 2003 e fino al 2015. Tutti riguardano analisi e strategie territoriali, come anche temi di urbanistica e di geo-politica che, a partire dal disastro idrogeologico che ha colpito la regione Friuli Venezia Giulia nel 2003, arrivano fino a oggi con le analisi della crisi in regione e delle possibili vie d’uscita. Il “mito” positivo e costruttivo del “modello Friuli” di ricostruzione post-terremoto del 1976, costituisce il riferimento ontologico e deontologico di fondo. Si può riassumere in breve il senso del ragionamento contenuto nel libro dicendo che il successo della ricostruzione del Friuli seguita al terremoto del 1976- il “modello Friuli”, appunto- può essere ancora e nonostante tutto fonte di grandi stimoli e suggerimenti per una strategia di rigenerazione di un capitale territoriale variegato e complesso, ma anche in avanzato stato di crisi, come è attualmente quello del FVG. Come invertire la tendenziale contrazione delle capacità di rigenerazione demografica, sociale e territoriale che riguarda la regione è la domanda delle domande. E la risposta sembra semplice: fermando, e anche attirando giovani sul territorio con buone opportunità, buoni lavori, buoni servizi, buon contesto di vita… In una parola, un buon territorio. Si tratta però di un programma molto difficile da costruire e realizzare nelle attuali condizioni di crisi e di divisione politica, sociale e culturale. Per attivare un simile processo ci vorrebbero un’idea di territorio, una diagnosi sufficientemente condivisa dello stesso e, infine, un progetto strategico largamente voluto e primariamente orientato solo a quest’obiettivo di rigenerazione territoriale tout court. La ricostruzione post–terremoto aveva queste caratteristiche di integrazione e per questo motivo è riuscita. Il libro si interroga sulla possibilità non di ripetere il modello Friuli, cosa che sarebbe obbiettivamente impossibile (se non altro perché non ci sono le condizioni di emergenza di massa da cui quel modello è nato), ma di recuperare almeno quel nocciolo di valori, obiettivi e condizioni operative che potrebbero comunque essere poste alla base di un progetto regionale di rigenerazione territoriale.File | Dimensione | Formato | |
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