Fino alla fine degli anni ’80, la centralità dello studio dei sistemi formativi aveva facilitato la mappatura del campo dell’educazione comparata. Oggi, per contro, il campo è molto più vasto e complesso, perché vi è una maggior ricchezza in quanto a varietà di prospettive e una tendenza diffusa a rimettere in questione gli oggetti di studio tradizionali, propiziata tra l'altro dalla critica postmoderna e dalla rinnovata importanza dell’approccio comparativo nel campo dell'educazione, risultante dalla internazionalizzazione delle politiche educative. Inoltre, il campo di studi ha progressivamente incluso anche l’educazione allo sviluppo, gli area studies, l’educazione internazionale, aspetti del femminismo, del postcolonialismo, dei subaltern studies, inflazionandosi in modo spropositato e rendendo notevolmente più difficile una mappatura organica. Il presente articolo si propone di alleviare tale difficoltà, attraverso la ricerca di uno schema euristico originale che consenta di sistematizzare, per quanto possibile, le tendenze più significative dell’educazione comparata attuale. Esso viene individuato nel dibattito tra due diverse visioni dei flussi di idee e pratiche educative (una che preferisce i macro-studi ed è propensa a credere che i flussi tra il Nord e il Sud del mondo abbiano effetti di omologazione globale, l’altra che sostiene i micro-studi e che si focalizza sulle declinazioni locali), dibattito legato anche alla necessità di operare una distinzione funzionale e formale tra l'educazione comparata applicata e quella accademica. Il prevalere della prima comporterebbe, tra l’altro, il rischio della trasformazione della disciplina in uno strumento di governance svuotata di autentici valori, attraverso uno spettacolare quanto alienante uso di benchmark, statistiche e indicatori. Invece l’approccio accademico, fondato sulla ricerca di base disinteressata, facendo tra l’altro un uso innovativo della ricerca sul campo potrebbe ricomporre la potenziale frattura che si profila tra realtà educativa e studi comparativi.
Accademica o applicata? Educazione comparata, convergenze-divergenze globali e etnografia nella contemporaneità
PAOLONE, Anselmo Roberto
2016-01-01
Abstract
Fino alla fine degli anni ’80, la centralità dello studio dei sistemi formativi aveva facilitato la mappatura del campo dell’educazione comparata. Oggi, per contro, il campo è molto più vasto e complesso, perché vi è una maggior ricchezza in quanto a varietà di prospettive e una tendenza diffusa a rimettere in questione gli oggetti di studio tradizionali, propiziata tra l'altro dalla critica postmoderna e dalla rinnovata importanza dell’approccio comparativo nel campo dell'educazione, risultante dalla internazionalizzazione delle politiche educative. Inoltre, il campo di studi ha progressivamente incluso anche l’educazione allo sviluppo, gli area studies, l’educazione internazionale, aspetti del femminismo, del postcolonialismo, dei subaltern studies, inflazionandosi in modo spropositato e rendendo notevolmente più difficile una mappatura organica. Il presente articolo si propone di alleviare tale difficoltà, attraverso la ricerca di uno schema euristico originale che consenta di sistematizzare, per quanto possibile, le tendenze più significative dell’educazione comparata attuale. Esso viene individuato nel dibattito tra due diverse visioni dei flussi di idee e pratiche educative (una che preferisce i macro-studi ed è propensa a credere che i flussi tra il Nord e il Sud del mondo abbiano effetti di omologazione globale, l’altra che sostiene i micro-studi e che si focalizza sulle declinazioni locali), dibattito legato anche alla necessità di operare una distinzione funzionale e formale tra l'educazione comparata applicata e quella accademica. Il prevalere della prima comporterebbe, tra l’altro, il rischio della trasformazione della disciplina in uno strumento di governance svuotata di autentici valori, attraverso uno spettacolare quanto alienante uso di benchmark, statistiche e indicatori. Invece l’approccio accademico, fondato sulla ricerca di base disinteressata, facendo tra l’altro un uso innovativo della ricerca sul campo potrebbe ricomporre la potenziale frattura che si profila tra realtà educativa e studi comparativi.File | Dimensione | Formato | |
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