Giovanni Ragagnin è uno scrittore che da un paese appartato (Buja), lontano dai centri dove negli anni Sessanta e Settanta si lanciava la rivoluzione della neoavanguardia, è riuscito a elaborare uno stile unico, una forma di ardito sperimentalismo. Nei quattro libri che lo fanno affacciare su un palcoscenico nazionale ("Rattle!", "A Pla Tà", "Vibrido", "Il tipo"), non è solo la lingua a trasformarsi, ma sono anche tutte le regole narrative a saltare in aria, compreso il discrimine tra prosa e poesia. L'invenzione di una nuova forma letteraria fa tutt'uno con l'affioramento dell'inconscio; una raccolta di schegge trovate negli interstizi del pensiero, prodotte per attrito tra parole intese nella loro sostanza materica, nella corporeità dei suoni. Inevitabile la domanda sulle ascendenze e affinità dell'originale forma testuale creata dall'autore friulano. Luperini ha avvicinato l'onirismo di Ragagnin al primo Sanguineti, Malerba ha suggerito di cercare nelle prose "ellittiche" di Slataper, soprattutto per le strutture sintattiche e i ritmi, Fortini, invece, ha fatto i nomi di Boine e Rebora. Il presente contributo avanza una nuova ipotesi: l'autore definisce uno dei suoi libri , "A Pla Tà", un "fumetto auditivo": l'indicazione è preziosa poiché fornisce una chiave per la lettura per tutti i suoi libri, dando ragione di una serie di elementi che ne compongono la struttura e il linguaggio. Nel suo complesso e raffinato lavoro di dissoluzione del flusso narrativo, di allineamento di immagini oniriche e reali, di insistita ricerca sonora, Ragagnin ha fatto tesoro anche e soprattutto di un codice ai margini della letteratura come quello del fumetto, ricco di stimoli per l'invenzione di una forma letteraria sperimentale che punta soprattutto all'espressività.

L'invenzione di una forma. Appunti tra dissoluzione narrativa e "fumetto auditivo"

MARCOLINI, Marina
2016-01-01

Abstract

Giovanni Ragagnin è uno scrittore che da un paese appartato (Buja), lontano dai centri dove negli anni Sessanta e Settanta si lanciava la rivoluzione della neoavanguardia, è riuscito a elaborare uno stile unico, una forma di ardito sperimentalismo. Nei quattro libri che lo fanno affacciare su un palcoscenico nazionale ("Rattle!", "A Pla Tà", "Vibrido", "Il tipo"), non è solo la lingua a trasformarsi, ma sono anche tutte le regole narrative a saltare in aria, compreso il discrimine tra prosa e poesia. L'invenzione di una nuova forma letteraria fa tutt'uno con l'affioramento dell'inconscio; una raccolta di schegge trovate negli interstizi del pensiero, prodotte per attrito tra parole intese nella loro sostanza materica, nella corporeità dei suoni. Inevitabile la domanda sulle ascendenze e affinità dell'originale forma testuale creata dall'autore friulano. Luperini ha avvicinato l'onirismo di Ragagnin al primo Sanguineti, Malerba ha suggerito di cercare nelle prose "ellittiche" di Slataper, soprattutto per le strutture sintattiche e i ritmi, Fortini, invece, ha fatto i nomi di Boine e Rebora. Il presente contributo avanza una nuova ipotesi: l'autore definisce uno dei suoi libri , "A Pla Tà", un "fumetto auditivo": l'indicazione è preziosa poiché fornisce una chiave per la lettura per tutti i suoi libri, dando ragione di una serie di elementi che ne compongono la struttura e il linguaggio. Nel suo complesso e raffinato lavoro di dissoluzione del flusso narrativo, di allineamento di immagini oniriche e reali, di insistita ricerca sonora, Ragagnin ha fatto tesoro anche e soprattutto di un codice ai margini della letteratura come quello del fumetto, ricco di stimoli per l'invenzione di una forma letteraria sperimentale che punta soprattutto all'espressività.
2016
9788862667654
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1113153
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