Il saggio, parte di un volume antologico di cui l'autore è curatore, insieme a Dorota Ostrowska (Birkbeck College, London) e Zuzsanna Varga (University of Glasgow), dedicato alla produzione popolare nell'Europa Centro-orientale (Polonia, Ungheria, Rep. Ceca/Slovacchia), esamina la produzione cinematografica ceca successiva alla Rivoluzione di Velluto (1989). In particolar modo, il contributo muove dalle definizioni più invalse di cultura popolare (Fiske et alii), per metterle in discussione alla luce di strutture sociali e tradizioni culturali differenti da quelle usualmente considerate per forgiare la nozione. Ugualmente, il saggio parte dalla riflessione sul cinema popolare europeo di Dyer e Vincendeau, per verificarne l'efficacia su un oggetto più ampio di quello osservato dai due studiosi, limitato all'Europa Occidentale. Il contributo dunque si concentra sue due tipologie di produzione cinematografica popolare, nel contesto mediatico conseguente alla fine della democrazia popolare: una fondata sul registro farsesco, prodotta con capitale privato e negletta o stigmatizzata dalla critica cinematografica; l'altra caratterizzata da una nostalgia per l'epoca socialista, finanziata da capitale pubblico o, indirettamente, dall'emittenza televisiva statale, e qualificata da un sistema di premi e riconoscimenti quasi esclusivamente nazionali. Attraverso la disamina di alcuni studi di caso e dei discorsi sociali correlati, il saggio propone una accezione più ampia del concetto di cinema popolare.
Popular Nostalgia: On Alternative Modes of Popular Cinema in post-1989 Czech Production
PITASSIO, Francesco
2017-01-01
Abstract
Il saggio, parte di un volume antologico di cui l'autore è curatore, insieme a Dorota Ostrowska (Birkbeck College, London) e Zuzsanna Varga (University of Glasgow), dedicato alla produzione popolare nell'Europa Centro-orientale (Polonia, Ungheria, Rep. Ceca/Slovacchia), esamina la produzione cinematografica ceca successiva alla Rivoluzione di Velluto (1989). In particolar modo, il contributo muove dalle definizioni più invalse di cultura popolare (Fiske et alii), per metterle in discussione alla luce di strutture sociali e tradizioni culturali differenti da quelle usualmente considerate per forgiare la nozione. Ugualmente, il saggio parte dalla riflessione sul cinema popolare europeo di Dyer e Vincendeau, per verificarne l'efficacia su un oggetto più ampio di quello osservato dai due studiosi, limitato all'Europa Occidentale. Il contributo dunque si concentra sue due tipologie di produzione cinematografica popolare, nel contesto mediatico conseguente alla fine della democrazia popolare: una fondata sul registro farsesco, prodotta con capitale privato e negletta o stigmatizzata dalla critica cinematografica; l'altra caratterizzata da una nostalgia per l'epoca socialista, finanziata da capitale pubblico o, indirettamente, dall'emittenza televisiva statale, e qualificata da un sistema di premi e riconoscimenti quasi esclusivamente nazionali. Attraverso la disamina di alcuni studi di caso e dei discorsi sociali correlati, il saggio propone una accezione più ampia del concetto di cinema popolare.File | Dimensione | Formato | |
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