Gli antichi consideravano la fragilità e il limite come tratti costitutivi dell'essere umano. La vita buona consisteva pertanto nella capacità di vivere virtuosamente tale condizione finita. La modernità ha cominciato invece a considerare il limite e la fragilità come ostacoli frapposti alla conquista della felicità. Alla vita buona si oppone dunque l'ideale di una vita perfetta. Oggi i progressi congiunti della genetica, delle nanotecnologie e della robotica fanno immaginare la possibilità che quell'utopia possa davvero realizzarsi conducendo, in un prossimo futuro, a una trasformazione radicale dell'essere umano. Il postumanesimo è la filosofia che scommette sulla realtà di questo progetto e che individua nel potenziamento delle capacità fisico-cognitive e nella vittoria sulla morte mete concrete a cui guardare con fiducia. Ma qual è il senso di tale direzione di marcia? L'uomo, imperfetto e vulnerabile, è davvero antiquato? Il libro si propone di rispondere a queste domande, offrendo un quadro esaustivo del ricco dibattito che contrappone il movimento postumanista ai suoi critici. Il volume presenta una prima parte in cui la riflessione postumanista viene introdotta e analizzata sia dal punto di vista storico che attraverso una presentazione dei suoi principali protagonisti; nella seconda parte, invece, si dà voce al dibattito internazionale mentre, nell'ultima parte, sostenitori e critici del progetto postumanista si confrontano in una stimolante tavola rotonda virtuale.

Il saggio propone un articolato confronto tra i fauori del potenziamento umano e i loro critici. L'immagine del bivio, più volte evocata lungo le pagine dello studio, sottolinea l'antinomia (etica e antropologica) tra le due prospettive; antinomia rispetto alla quale le battute conclusive cercano di offrire un possibile criterio di scelta.

Dalla sfiducia allo slancio. L’alternativa alla provocazione transumanista

GRION, LUCA
2012-01-01

Abstract

Il saggio propone un articolato confronto tra i fauori del potenziamento umano e i loro critici. L'immagine del bivio, più volte evocata lungo le pagine dello studio, sottolinea l'antinomia (etica e antropologica) tra le due prospettive; antinomia rispetto alla quale le battute conclusive cercano di offrire un possibile criterio di scelta.
2012
9788815241177
Gli antichi consideravano la fragilità e il limite come tratti costitutivi dell'essere umano. La vita buona consisteva pertanto nella capacità di vivere virtuosamente tale condizione finita. La modernità ha cominciato invece a considerare il limite e la fragilità come ostacoli frapposti alla conquista della felicità. Alla vita buona si oppone dunque l'ideale di una vita perfetta. Oggi i progressi congiunti della genetica, delle nanotecnologie e della robotica fanno immaginare la possibilità che quell'utopia possa davvero realizzarsi conducendo, in un prossimo futuro, a una trasformazione radicale dell'essere umano. Il postumanesimo è la filosofia che scommette sulla realtà di questo progetto e che individua nel potenziamento delle capacità fisico-cognitive e nella vittoria sulla morte mete concrete a cui guardare con fiducia. Ma qual è il senso di tale direzione di marcia? L'uomo, imperfetto e vulnerabile, è davvero antiquato? Il libro si propone di rispondere a queste domande, offrendo un quadro esaustivo del ricco dibattito che contrappone il movimento postumanista ai suoi critici. Il volume presenta una prima parte in cui la riflessione postumanista viene introdotta e analizzata sia dal punto di vista storico che attraverso una presentazione dei suoi principali protagonisti; nella seconda parte, invece, si dà voce al dibattito internazionale mentre, nell'ultima parte, sostenitori e critici del progetto postumanista si confrontano in una stimolante tavola rotonda virtuale.
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