Il lungo e violento scambio tenzonistico, costituito da più di 60 sonetti, che contrappose Luigi Pulci al prete Matteo Franco all'inizio degli anni Settanta lasciò tracce significative nella poesia dell'autore del Morgante. L'esame filologico di questi componimenti, finalizzato alla loro edizione con commento puntuale, ha permesso di riconsiderare i dati oggettivi di questa tenzone, soprattutto in relazione a una migliore definizione dei termini temporali, delle articolazioni interne del “dialogo” e dei contesti di ricezione di questi testi, che, diffondendosi prima nello stretto giro della cerchia laurenziana, conobbero poi, dopo la morte di Pulci, una fortuna non marginale, finendo per condizionare la tradizione comica rinascimentale soprattutto per la strutturazione dello scambio poetico vituperoso in un vero e proprio “libro”. Il più esatto inquadramento di questa vicenda, che si consuma in anni cruciali per la cultura fiorentina, consente inoltre di cogliere meglio l'incidenza della modalità tenzonistica nella produzione pulciana e il ruolo che alcuni importanti modelli esercitarono sulla poesia di Luigi e del suo avversario (soprattutto Burchiello e alcuni classici latini e volgari)
«Pulcin, i' t'ho rinvolto nel capecchio». Luigi Pulci, Matteo Franco, la tenzone
DECARIA A
2019-01-01
Abstract
Il lungo e violento scambio tenzonistico, costituito da più di 60 sonetti, che contrappose Luigi Pulci al prete Matteo Franco all'inizio degli anni Settanta lasciò tracce significative nella poesia dell'autore del Morgante. L'esame filologico di questi componimenti, finalizzato alla loro edizione con commento puntuale, ha permesso di riconsiderare i dati oggettivi di questa tenzone, soprattutto in relazione a una migliore definizione dei termini temporali, delle articolazioni interne del “dialogo” e dei contesti di ricezione di questi testi, che, diffondendosi prima nello stretto giro della cerchia laurenziana, conobbero poi, dopo la morte di Pulci, una fortuna non marginale, finendo per condizionare la tradizione comica rinascimentale soprattutto per la strutturazione dello scambio poetico vituperoso in un vero e proprio “libro”. Il più esatto inquadramento di questa vicenda, che si consuma in anni cruciali per la cultura fiorentina, consente inoltre di cogliere meglio l'incidenza della modalità tenzonistica nella produzione pulciana e il ruolo che alcuni importanti modelli esercitarono sulla poesia di Luigi e del suo avversario (soprattutto Burchiello e alcuni classici latini e volgari)File | Dimensione | Formato | |
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