In coloro che hanno conosciuto da vicino l’emigrazione nelle miniere del Belgio è forte la consapevolezza che il miracolo economico italiano degli anni Sessanta e Settanta ha avuto in realtà un prezzo enorme: il sacrificio di centinaia, forse migliaia di minatori, la cui vita è stata barattata con 200 chilogrammi di carbone al giorno dagli accordi siglati dal Governo italiano e quello belga a partire dal 1946. Questa consapevolezza emerge anche dalle testimonianze di alcuni minatori friulani o di loro familiari raccolte una decina di anni fa in Belgio e composte in un documentario prodotto dal comune di Tarcento ed Entract Multimedia con il contributo della Regione Friuli - Venezia Giulia. I 37 minuti del filmato aiutano a ricostruire nella memoria collettiva un’esperienza che rischia di rimanere completamente sconosciuta a chi non ne è stato interessato o a chi è venuto dopo. Le motivazioni dell’emigrazione, il degrado incontrato all’arrivo, le drammatiche condizioni di lavoro, l’atteggiamento dei locali nei confronti degli immigrati, le fatiche dell’integrazione, i pochi appigli ai quali aggrapparsi per sentire il Friuli vicino (lo sguardo verso Sud-Est dall’alto di un terril, la corsa settimanale della corriera Olivo tra Udine e Charleroi...): sfaccettature di un’unica realtà umana ricostruite efficacemente attraverso frammenti di vita raccontati da persone di diversa età, e che quindi restituiscono sguardi talora divergenti sull’emigrazione in Belgio. Il documentario riveste un certo interesse anche dal punto di vista linguistico: le testimonianze sono tutte in friulano, corredate da sottotitoli in italiano, cosicché l’intreccio delle numerose voci dei testimoni trova un’eco nell’impasto delle lingue, nel gioco delle interferenze e soprattutto nell’alternarsi delle varietà della lingua locale.
Inte farcadice. L'emigrazione friulana in Belgio in un recente documentario
ZANELLO G
2017-01-01
Abstract
In coloro che hanno conosciuto da vicino l’emigrazione nelle miniere del Belgio è forte la consapevolezza che il miracolo economico italiano degli anni Sessanta e Settanta ha avuto in realtà un prezzo enorme: il sacrificio di centinaia, forse migliaia di minatori, la cui vita è stata barattata con 200 chilogrammi di carbone al giorno dagli accordi siglati dal Governo italiano e quello belga a partire dal 1946. Questa consapevolezza emerge anche dalle testimonianze di alcuni minatori friulani o di loro familiari raccolte una decina di anni fa in Belgio e composte in un documentario prodotto dal comune di Tarcento ed Entract Multimedia con il contributo della Regione Friuli - Venezia Giulia. I 37 minuti del filmato aiutano a ricostruire nella memoria collettiva un’esperienza che rischia di rimanere completamente sconosciuta a chi non ne è stato interessato o a chi è venuto dopo. Le motivazioni dell’emigrazione, il degrado incontrato all’arrivo, le drammatiche condizioni di lavoro, l’atteggiamento dei locali nei confronti degli immigrati, le fatiche dell’integrazione, i pochi appigli ai quali aggrapparsi per sentire il Friuli vicino (lo sguardo verso Sud-Est dall’alto di un terril, la corsa settimanale della corriera Olivo tra Udine e Charleroi...): sfaccettature di un’unica realtà umana ricostruite efficacemente attraverso frammenti di vita raccontati da persone di diversa età, e che quindi restituiscono sguardi talora divergenti sull’emigrazione in Belgio. Il documentario riveste un certo interesse anche dal punto di vista linguistico: le testimonianze sono tutte in friulano, corredate da sottotitoli in italiano, cosicché l’intreccio delle numerose voci dei testimoni trova un’eco nell’impasto delle lingue, nel gioco delle interferenze e soprattutto nell’alternarsi delle varietà della lingua locale.File | Dimensione | Formato | |
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