Con la clausola sulla giurisdizione i contraenti individuano i giudici che dovranno decidere tutte (o alcune del)le future ed eventuali controversie derivanti dal contratto. Tale clausola è riconosciuta, nell’ordinamento italiano, da norme di fonte europea, internazionale ed interna, ciascuna con un proprio differente ambito di applicazione. La clausola di proroga –che ha l’effetto di attribuire la competenza giurisdizionale al giudice eletto (e, di regola, di negarla ai giudici degli altri Stati – è riconosciuta dall’art. 25 Reg. UE n. 1215/2012, dall’art. 23 Conv. Lugano e dalla Conv. dell’Aja. La clausola di deroga a favore di giudici di Stati non membri dell’UE – che ha invece l’effetto di escludere la giurisdizione italiana – pone allo stato serî interrogativi circa il regime applicabile e, secondo l’opinione preferibile, si dovrebbe ritenere in alcuni casi disciplinata dall’art. 4, c. 2, l. n. 218/1995, in altri dall’art. 33 (o 34) Reg. UE n. 1215/2012. Le norme che riconoscono gli accordi sulla giurisdizione ne disciplinano sempre i requisiti formali, richiedendo talora soltanto l’atto scritto (è il caso della Conv. Aja e dell’art. 4, c. 2, l. n. 218/1995), prevedendo altre volte anche ulteriori forme alternative (è il caso dell’art. 25 Reg. n. 1215/2012 e dell’art. 23 Conv. Lugano). Le questioni non disciplinate direttamente da queste norme sono rette dalla legge regolatrice dei patti sulla competenza giurisdizionale, che sarà la lex fori prorogati per le clausole di proroga e per quelle di deroga cui sia applicabile l’art. 33 (o 34 Reg.), la lex fori derogati per le clausole di deroga ex art. 4, c. 2, l. n. 218/1995. La clausola sulla giurisdizione è un negozio processuale autonomo, per natura ed effetti, rispetto al contratto cui si riferisce, quand’anche sia contenuta nel medesimo documento da cui risulta il contratto. Da ciò si deduce, come corollario, che i vizi di validità ed efficacia del contratto non si riverberano eo ipso sulla clausola, salvo che siano comuni anche a quest’ultima. Le clausole sulla giurisdizione esplicano effetti nei confronti delle parti che le hanno pattuite e possono essere opposte a un terzo di regola soltanto se questi vi abbia prestato il proprio consenso. Il diritto dell’UE e il diritto interno conoscono delle eccezioni, in particolare con riguardo al successore in un diritto le liti sul quale sono oggetto della clausola e al beneficiario del contratto a favore del terzo. Through the jurisdiction clause the contracting parties choose the court that will have to decide all (or some of) the future disputes arising from the contract. In the Italian legal order, such a clause is recognized by European, international and internal rules, each with its own different scope. The jurisdiction prorogation clause - which has the effect of conferring jurisdictional competence to the chosen court (and, as a rule, to deny it to the courts of other States) - is recognized by Article 25 EU Regulation No. 1215/2012, by Article 23 Lugano Convention and by the Hague Convention. The derogation clause in favor of non-EU Member States’ courts - which has the effect of excluding Italian jurisdiction - raises questions about the regime applicable and, in the preferred view, should be considered in some cases governed by Article 4, comma 2, Legge No. 218/1995, in others by Article 33 (or 34) EU Regulation No. 1215/2012. The rules that recognize jurisdiction agreements always provide the formal requirements, sometimes requiring only the written deed (it is the case of the Hague Convention and of Article 4, comma 2, Legge No. 218/1995), providing other times also further alternative forms (it is the case of Article 25 Regulation No. 1215/2012 and of Article 23 Lugano Convention). The matters not directly covered by these rules are governed by the law regulating the jurisdiction agreements, which is the lex fori prorogati for the jurisdiction prorogation clauses and for the derogation clauses under Article 33 (or 34) Regulation No. 1215/2012; the lex fori derogati for the derogation clauses under Article 4, comma 2, Legge No. 218/1995. The jurisdiction clause is a procedural act, that is autonomous, by nature and effects, from the contract to which it refers, even if it is contained in the same contractual document. From this it can be inferred, as a corollary, that the defects of validity and effectiveness of the contract do not extend to the clause, unless they are common to the latter. The jurisdiction clauses have effects vis-à-vis the parties who have agreed upon them and can be opposed to third parties, as a rule, only if they have given their consent. EU and internal law have some exceptions, in particular with regard to the successor in a right the disputes on which are the subject of the clause and to the beneficiary of the contract in favor of a third party.
Clausola sulla giurisdizione
Luca Penasa
2019-01-01
Abstract
Con la clausola sulla giurisdizione i contraenti individuano i giudici che dovranno decidere tutte (o alcune del)le future ed eventuali controversie derivanti dal contratto. Tale clausola è riconosciuta, nell’ordinamento italiano, da norme di fonte europea, internazionale ed interna, ciascuna con un proprio differente ambito di applicazione. La clausola di proroga –che ha l’effetto di attribuire la competenza giurisdizionale al giudice eletto (e, di regola, di negarla ai giudici degli altri Stati – è riconosciuta dall’art. 25 Reg. UE n. 1215/2012, dall’art. 23 Conv. Lugano e dalla Conv. dell’Aja. La clausola di deroga a favore di giudici di Stati non membri dell’UE – che ha invece l’effetto di escludere la giurisdizione italiana – pone allo stato serî interrogativi circa il regime applicabile e, secondo l’opinione preferibile, si dovrebbe ritenere in alcuni casi disciplinata dall’art. 4, c. 2, l. n. 218/1995, in altri dall’art. 33 (o 34) Reg. UE n. 1215/2012. Le norme che riconoscono gli accordi sulla giurisdizione ne disciplinano sempre i requisiti formali, richiedendo talora soltanto l’atto scritto (è il caso della Conv. Aja e dell’art. 4, c. 2, l. n. 218/1995), prevedendo altre volte anche ulteriori forme alternative (è il caso dell’art. 25 Reg. n. 1215/2012 e dell’art. 23 Conv. Lugano). Le questioni non disciplinate direttamente da queste norme sono rette dalla legge regolatrice dei patti sulla competenza giurisdizionale, che sarà la lex fori prorogati per le clausole di proroga e per quelle di deroga cui sia applicabile l’art. 33 (o 34 Reg.), la lex fori derogati per le clausole di deroga ex art. 4, c. 2, l. n. 218/1995. La clausola sulla giurisdizione è un negozio processuale autonomo, per natura ed effetti, rispetto al contratto cui si riferisce, quand’anche sia contenuta nel medesimo documento da cui risulta il contratto. Da ciò si deduce, come corollario, che i vizi di validità ed efficacia del contratto non si riverberano eo ipso sulla clausola, salvo che siano comuni anche a quest’ultima. Le clausole sulla giurisdizione esplicano effetti nei confronti delle parti che le hanno pattuite e possono essere opposte a un terzo di regola soltanto se questi vi abbia prestato il proprio consenso. Il diritto dell’UE e il diritto interno conoscono delle eccezioni, in particolare con riguardo al successore in un diritto le liti sul quale sono oggetto della clausola e al beneficiario del contratto a favore del terzo. Through the jurisdiction clause the contracting parties choose the court that will have to decide all (or some of) the future disputes arising from the contract. In the Italian legal order, such a clause is recognized by European, international and internal rules, each with its own different scope. The jurisdiction prorogation clause - which has the effect of conferring jurisdictional competence to the chosen court (and, as a rule, to deny it to the courts of other States) - is recognized by Article 25 EU Regulation No. 1215/2012, by Article 23 Lugano Convention and by the Hague Convention. The derogation clause in favor of non-EU Member States’ courts - which has the effect of excluding Italian jurisdiction - raises questions about the regime applicable and, in the preferred view, should be considered in some cases governed by Article 4, comma 2, Legge No. 218/1995, in others by Article 33 (or 34) EU Regulation No. 1215/2012. The rules that recognize jurisdiction agreements always provide the formal requirements, sometimes requiring only the written deed (it is the case of the Hague Convention and of Article 4, comma 2, Legge No. 218/1995), providing other times also further alternative forms (it is the case of Article 25 Regulation No. 1215/2012 and of Article 23 Lugano Convention). The matters not directly covered by these rules are governed by the law regulating the jurisdiction agreements, which is the lex fori prorogati for the jurisdiction prorogation clauses and for the derogation clauses under Article 33 (or 34) Regulation No. 1215/2012; the lex fori derogati for the derogation clauses under Article 4, comma 2, Legge No. 218/1995. The jurisdiction clause is a procedural act, that is autonomous, by nature and effects, from the contract to which it refers, even if it is contained in the same contractual document. From this it can be inferred, as a corollary, that the defects of validity and effectiveness of the contract do not extend to the clause, unless they are common to the latter. The jurisdiction clauses have effects vis-à-vis the parties who have agreed upon them and can be opposed to third parties, as a rule, only if they have given their consent. EU and internal law have some exceptions, in particular with regard to the successor in a right the disputes on which are the subject of the clause and to the beneficiary of the contract in favor of a third party.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.