L’autotraduzione è una cosa strana. È una pratica molto comune e allo stesso tempo merce piuttosto rara, almeno in certi ambienti – su tutti quello letterario. Se chiediamo a un buon lettore di nominarci un autotraduttore, nella migliore delle ipotesi tirerà fuori dal cilindro Samuel Beckett. Nella peggiore, niente del tutto. Anzi, è probabile che ci chieda, stranito: perché, esistono scrittori che si autotraducono? La risposta è sì: questi scrittori esistono. Quando si tratta di parlare della propria esperienza, però, non sono molto loquaci. Le testimonianze di cui disponiamo sono rare e per di più, appartenendo alla produzione non letteraria, meno commerciale dunque, dei loro autori, hanno solo di rado varcato i confini linguistici entro cui erano state concepite. Da questa osservazione nasce l’idea del volume qui presentato, che raccoglie una serie di testimonianze di autotraduttori mai pubblicate prima in italiano. La speranza è che il loro incontro-dialogo in un unico luogo favorisca il confronto tra posizioni diverse, espresse in momenti altrettanto diversi da diversi autori, più o meno noti nel nostro paese. Con i contributi di: Vassilis Alexakis, Licia Canton, Raymond Federman, Gao Xingjian, Julien Green, Nancy Huston, Dôre Michelut, Marco Micone, Gianna Patriarca, Jorge Semprún, Anne Weber. E con la collaborazione di: Simona Gallo, Patricia López López-Gay, Valeria Sperti, Dirk Weissmann. Traduzioni dei contributi: Marianna Bevacqua Cerato, Martina Della Casa, Alessandra Ferraro, Fabio Regattin e Deborah Saidero.

Gli scrittori si traducono. Riflessioni, discorsi e conversazioni sull'autotraduzione da parte di chi la pratica

Fabio Regattin;Alessandra Ferraro
2019-01-01

Abstract

L’autotraduzione è una cosa strana. È una pratica molto comune e allo stesso tempo merce piuttosto rara, almeno in certi ambienti – su tutti quello letterario. Se chiediamo a un buon lettore di nominarci un autotraduttore, nella migliore delle ipotesi tirerà fuori dal cilindro Samuel Beckett. Nella peggiore, niente del tutto. Anzi, è probabile che ci chieda, stranito: perché, esistono scrittori che si autotraducono? La risposta è sì: questi scrittori esistono. Quando si tratta di parlare della propria esperienza, però, non sono molto loquaci. Le testimonianze di cui disponiamo sono rare e per di più, appartenendo alla produzione non letteraria, meno commerciale dunque, dei loro autori, hanno solo di rado varcato i confini linguistici entro cui erano state concepite. Da questa osservazione nasce l’idea del volume qui presentato, che raccoglie una serie di testimonianze di autotraduttori mai pubblicate prima in italiano. La speranza è che il loro incontro-dialogo in un unico luogo favorisca il confronto tra posizioni diverse, espresse in momenti altrettanto diversi da diversi autori, più o meno noti nel nostro paese. Con i contributi di: Vassilis Alexakis, Licia Canton, Raymond Federman, Gao Xingjian, Julien Green, Nancy Huston, Dôre Michelut, Marco Micone, Gianna Patriarca, Jorge Semprún, Anne Weber. E con la collaborazione di: Simona Gallo, Patricia López López-Gay, Valeria Sperti, Dirk Weissmann. Traduzioni dei contributi: Marianna Bevacqua Cerato, Martina Della Casa, Alessandra Ferraro, Fabio Regattin e Deborah Saidero.
2019
9788866803256
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