Basandosi su alcuni luoghi chiave del Sofista, del Filebo, del Timeo e delle Leggi, questo contributo mira ad evidenziare come l'automovimento e l’autocoscienza del supremo intelletto (nous), modello di ogni automovimento e autocoscienza, abbiano la propria fonte nel Bene, vale a dire nella realtà percepita da Platone quale origine di tutte le cose. A partire dalla propria incondizionata donatività e, dunque, relazionalità, il Bene si manifesta quale archetipo di ogni relazionalità armonica, ossia di ogni relazione implicante la piena trasparenza della realtà generatrice e della realtà destinataria della relazione stessa. Di tale archetipo l’automovimento e l’autocoscienza del supremo intelletto si rivelano essere la più fedele immagine: perché essi realizzano quale istantanea unità la totale trasparenza di “soggetto“ generatore ed “oggetto“ destinatario di una relazione, oltre ogni separazione fra attività e passività, interiorità ed esteriorità, soggettività ed oggettività. A partire da questa premessa si comprende perché l'essere "autosufficiente” dell'autocoscienza è presupposto necessario per ogni azione manifestatrice di bene. Quell'azione, ossia l'azione virtuosa, è, infatti, come l'attività del Bene, gesto donativo mediante cui l'agente apre uno spazio di incondizionatezza per la libera trasparenza di altro; e la suddetta azione sarà tanto più manifestatrice di bene quanto più essa genererà una relazione che si approssimi all'unità piena dei propri termini, unità pienamente e produttivamente realizzata nella relazione di identità manifesta, appunto, nell’autocoscienza noetica.
Das Gute als Quelle der Selbstbewegung. Betrachtungen zum nous und zum Selbstbewusstsein in Platons Philosophie.
Salvatore Lavecchia
2016-01-01
Abstract
Basandosi su alcuni luoghi chiave del Sofista, del Filebo, del Timeo e delle Leggi, questo contributo mira ad evidenziare come l'automovimento e l’autocoscienza del supremo intelletto (nous), modello di ogni automovimento e autocoscienza, abbiano la propria fonte nel Bene, vale a dire nella realtà percepita da Platone quale origine di tutte le cose. A partire dalla propria incondizionata donatività e, dunque, relazionalità, il Bene si manifesta quale archetipo di ogni relazionalità armonica, ossia di ogni relazione implicante la piena trasparenza della realtà generatrice e della realtà destinataria della relazione stessa. Di tale archetipo l’automovimento e l’autocoscienza del supremo intelletto si rivelano essere la più fedele immagine: perché essi realizzano quale istantanea unità la totale trasparenza di “soggetto“ generatore ed “oggetto“ destinatario di una relazione, oltre ogni separazione fra attività e passività, interiorità ed esteriorità, soggettività ed oggettività. A partire da questa premessa si comprende perché l'essere "autosufficiente” dell'autocoscienza è presupposto necessario per ogni azione manifestatrice di bene. Quell'azione, ossia l'azione virtuosa, è, infatti, come l'attività del Bene, gesto donativo mediante cui l'agente apre uno spazio di incondizionatezza per la libera trasparenza di altro; e la suddetta azione sarà tanto più manifestatrice di bene quanto più essa genererà una relazione che si approssimi all'unità piena dei propri termini, unità pienamente e produttivamente realizzata nella relazione di identità manifesta, appunto, nell’autocoscienza noetica.File | Dimensione | Formato | |
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