Il film "Ballet mécanique" di Fernand Léger e Dudley Murphy, esemplare nell’ambito dell’avanguardia europea, a mio avviso costituisce un interessante case study sul problema del confine, in quanto rappresenta tre sistemi differenti di confine: tra gli oggetti della ripresa, tra linguaggi artistici e tra i margini del fotogramma. Si tratta di una sorta di Gesamtkunstwerk della modernità, versione novecentesca dell’utopia wagneriana di sintesi che riqualifica il cinema annoverandolo tra le arti maggiori. I primi ad immaginare un cinema diverso sono quegli artisti che nei primi anni dieci sperimentano nuove forme espressive; il cinema risulta oggetto d’interesse in quanto immagine in movimento, forma di dinamizzazione del visibile, più che per la sensazione di realtà.
Un ballo meccanico tra cinema e pittura
R. Catanese
2013-01-01
Abstract
Il film "Ballet mécanique" di Fernand Léger e Dudley Murphy, esemplare nell’ambito dell’avanguardia europea, a mio avviso costituisce un interessante case study sul problema del confine, in quanto rappresenta tre sistemi differenti di confine: tra gli oggetti della ripresa, tra linguaggi artistici e tra i margini del fotogramma. Si tratta di una sorta di Gesamtkunstwerk della modernità, versione novecentesca dell’utopia wagneriana di sintesi che riqualifica il cinema annoverandolo tra le arti maggiori. I primi ad immaginare un cinema diverso sono quegli artisti che nei primi anni dieci sperimentano nuove forme espressive; il cinema risulta oggetto d’interesse in quanto immagine in movimento, forma di dinamizzazione del visibile, più che per la sensazione di realtà.File | Dimensione | Formato | |
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