Il volume pone alcune basi preliminari per un più vasto studio su narrazione ed educazione, approfondendo alcuni aspetti della prima come rappresentazione dell'esperienza, in chiave educativa, anche alla luce di conoscenze tratte dalla critica letteraria e dalla neuropsicologia. Con riferimento in particolare alla prosa d'arte e alla composizione poetica intese come "rappresentazione dell'esperienza", si apprende che, per comprendere i motivi per cui esse "colpiscono" maggiormente il fruitore rispetto ad altri tipi di scrittura meno evocativi, bisogna considerarne alcune specificità essenziali rispetto a forme che si vorrebbero invece più "obiettive" e "certe" (come, per esempio, il resoconto di storia orale o l'istruttoria processuale). La narrazione esperienziale più evocativa, sembra essere legata in primo luogo alle modalità con cui, per raccontare, si attinge dalla memoria il ricordo dell’esperienza. Recenti teorie neuropsicologiche sembrano in tal senso confermare alcune importanti intuizioni già note al mondo letterario: il “vero” ricordo dell’esperienza sarebbe legato alle emozioni e al corpo, e verrebbe “richiamato” alla mente, in tutto il suo potenziale (anche educativo) da fattori soprattutto involontari quali le sensazioni, i movimenti corporei, le associazioni casuali. Invece, lo sforzo razionale di ricordare indebolirebbe in qualche modo l’autenticità dei contenuti della memoria, rendendoli meno incisivi per il racconto, e meno efficaci per l’educazione esperienziale.

Narrazione esperienziale e memoria, tra scienze dell'educazione, letteratura e neuropsicologia.

paolone anselmo Roberto
2019-01-01

Abstract

Il volume pone alcune basi preliminari per un più vasto studio su narrazione ed educazione, approfondendo alcuni aspetti della prima come rappresentazione dell'esperienza, in chiave educativa, anche alla luce di conoscenze tratte dalla critica letteraria e dalla neuropsicologia. Con riferimento in particolare alla prosa d'arte e alla composizione poetica intese come "rappresentazione dell'esperienza", si apprende che, per comprendere i motivi per cui esse "colpiscono" maggiormente il fruitore rispetto ad altri tipi di scrittura meno evocativi, bisogna considerarne alcune specificità essenziali rispetto a forme che si vorrebbero invece più "obiettive" e "certe" (come, per esempio, il resoconto di storia orale o l'istruttoria processuale). La narrazione esperienziale più evocativa, sembra essere legata in primo luogo alle modalità con cui, per raccontare, si attinge dalla memoria il ricordo dell’esperienza. Recenti teorie neuropsicologiche sembrano in tal senso confermare alcune importanti intuizioni già note al mondo letterario: il “vero” ricordo dell’esperienza sarebbe legato alle emozioni e al corpo, e verrebbe “richiamato” alla mente, in tutto il suo potenziale (anche educativo) da fattori soprattutto involontari quali le sensazioni, i movimenti corporei, le associazioni casuali. Invece, lo sforzo razionale di ricordare indebolirebbe in qualche modo l’autenticità dei contenuti della memoria, rendendoli meno incisivi per il racconto, e meno efficaci per l’educazione esperienziale.
2019
9788825530230
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1194065
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