L'articolo esplora un caso particolarmente significativo relativamente al ruolo svolto da studiosi, eruditi e storici dell’arte in processi di appropriazione simbolica del patrimonio culturale, processi che talora preludono a episodi di appropriazione reale e che assumono un’evidenza peculiare in periodi di traumatiche trasformazioni e in aree geografiche in cui confini politici, militari, amministrativi si sovrappongono alle topografie stratificate e complesse delle testimonianze concrete del passato. Da questo punto di vista le operazioni di appropriazione simbolica che caratterizzano il patrimonio di Istria e Dalmazia alla vigilia e durante la Prima guerra mondiale offrono la possibilità di analizzare strategie di trasferimento e spostamento di significati. In particolare, vengono messi in evidenza il ruolo giocato dal più importante e accreditato storico dell’arte italiano del tempo, Adolfo Venturi, nella costruzione di un’identità italiana per il patrimonio artistico dalmata e la funzione svolta dall’erudizione locale nel promuovere l’inserimento entro un discorso storico-artistico nazionale delle istanze di appropriazione simbolica. Infine, viene valorizzata la proposta, all’indomani del conflitto, proprio in virtù di un’esigenza identitaria, di un’inedita (e innovativa, anche se destinata a rimanere isolata) ‘rappresentazione’ del patrimonio culturale istriano.

Il patrimonio storico e artistico di Dalmazia e Istria: casi di appropriazione simbolica nel decennio della prima guerra mondiale

Levi Donata
2020-01-01

Abstract

L'articolo esplora un caso particolarmente significativo relativamente al ruolo svolto da studiosi, eruditi e storici dell’arte in processi di appropriazione simbolica del patrimonio culturale, processi che talora preludono a episodi di appropriazione reale e che assumono un’evidenza peculiare in periodi di traumatiche trasformazioni e in aree geografiche in cui confini politici, militari, amministrativi si sovrappongono alle topografie stratificate e complesse delle testimonianze concrete del passato. Da questo punto di vista le operazioni di appropriazione simbolica che caratterizzano il patrimonio di Istria e Dalmazia alla vigilia e durante la Prima guerra mondiale offrono la possibilità di analizzare strategie di trasferimento e spostamento di significati. In particolare, vengono messi in evidenza il ruolo giocato dal più importante e accreditato storico dell’arte italiano del tempo, Adolfo Venturi, nella costruzione di un’identità italiana per il patrimonio artistico dalmata e la funzione svolta dall’erudizione locale nel promuovere l’inserimento entro un discorso storico-artistico nazionale delle istanze di appropriazione simbolica. Infine, viene valorizzata la proposta, all’indomani del conflitto, proprio in virtù di un’esigenza identitaria, di un’inedita (e innovativa, anche se destinata a rimanere isolata) ‘rappresentazione’ del patrimonio culturale istriano.
2020
978-88-3283-156-6
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