Ulisse è una tra le poesie più note di Umberto Saba (1883-1957): pubblicata in conclusione a Mediterranee (Mondadori, 1946), nel 2021 compie 75 anni. Nei versi la critica intravede la consueta ripresa del modello omerico e dantesco di Odisseo che si riversa semplicemente sull’io lirico. Ma perché suggellare Mediterranee (un libro intriso d’eros) e Il Canzoniere (fino all’edizione 1958, il libro di una vita) con una poesia memoriale e avventurosa? Sotto la patina odisseica, lo studio scorge in Ulisse il piano metaforico della navigatio vitae, declinata sub specie Amoris. Ecco che l’io lirico non riesce a raggiungere «il porto» (figura di sicurezza, compimento, anche di morte) perché, oggi come nella «giovanezza», Eros lo «sospinge ancora», lo conduce capricciosamente «al largo» senza che possa scorgere una meta. È l’incessante innamoramento, la presenza costante di Amore, della passione amorosa mai sopita o completamente appagata, a turbare la navigatio dell’io. Lo studio vuole scostare Ulisse dalle precedenti letture, sostenute da poche supposizioni contenutistiche affioranti sulla superficie di una costruzione poetica insondata nelle sue profondità. Per farlo, Londero si avvale degli strumenti prìncipi della critica – filologia, stilistica, metrica – restituendo a Ulisse il suo spessore testuale e al pubblico una lettura dei versi capace di rendere l’intreccio delle funzioni molteplici che la poesia manda a effetto.

“Ulisse”, o dell’Amore. Lettura della poesia di Umberto Saba

carlo londero
2021-01-01

Abstract

Ulisse è una tra le poesie più note di Umberto Saba (1883-1957): pubblicata in conclusione a Mediterranee (Mondadori, 1946), nel 2021 compie 75 anni. Nei versi la critica intravede la consueta ripresa del modello omerico e dantesco di Odisseo che si riversa semplicemente sull’io lirico. Ma perché suggellare Mediterranee (un libro intriso d’eros) e Il Canzoniere (fino all’edizione 1958, il libro di una vita) con una poesia memoriale e avventurosa? Sotto la patina odisseica, lo studio scorge in Ulisse il piano metaforico della navigatio vitae, declinata sub specie Amoris. Ecco che l’io lirico non riesce a raggiungere «il porto» (figura di sicurezza, compimento, anche di morte) perché, oggi come nella «giovanezza», Eros lo «sospinge ancora», lo conduce capricciosamente «al largo» senza che possa scorgere una meta. È l’incessante innamoramento, la presenza costante di Amore, della passione amorosa mai sopita o completamente appagata, a turbare la navigatio dell’io. Lo studio vuole scostare Ulisse dalle precedenti letture, sostenute da poche supposizioni contenutistiche affioranti sulla superficie di una costruzione poetica insondata nelle sue profondità. Per farlo, Londero si avvale degli strumenti prìncipi della critica – filologia, stilistica, metrica – restituendo a Ulisse il suo spessore testuale e al pubblico una lettura dei versi capace di rendere l’intreccio delle funzioni molteplici che la poesia manda a effetto.
2021
9788822907097
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1217330
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