Sempre più il territorio e le città sono costellati da un’innumerevole quantità di manufatti che spesso non sono più in grado di assolvere efficacemente ai compiti per i quali sono stati progettati. Questa eredità del passato non è costituita solamente da edifici di pregio, ma anche da un’edilizia minore residenziale, commerciale, artigianale che invita a una riflessione sul senso e le possibilità offerte dal riuso e dalla rigenerazione di forme. Come possiamo intervenire su questo patrimonio rispettandone le caratteristiche senza tuttavia rinunciare alle istanze del nuovo? Attraverso quali modalità e principi è possibile riconfigurare un manufatto interpretando l’esistente o sovrapponendo nuove regole che, per contrappunto, ne mettano in scena le qualità? È possibile integrare il linguaggio del nuovo a quello dell’antico lontani da una condizione mimetica delle forme? E quanto la presenza di una preesistenza interviene e modifica il processo progettuale? Queste sono alcune delle domande cui il progetto è chiamato a rispondere nel momento in cui si relaziona con i sedimenti del costruito e della storia. Nei progetti presentati, l’interesse per il luogo e la relazione con la preesistenza, declinati a partire da idee e regole differenti, hanno costituito fondamento per il progetto e tentato di sedimentare una serie di modalità che, a partire da necessità specifiche, possano essere applicate ad altri contesti. Più che la forma e il risultato interessano il processo e l’approccio, nella convinzione che non ci sia «nessuna speranza di gesti definitivamente liberatori, di riconciliazioni globali, di perfette coerenze».
DALLA TEORIA AL PROGETTO: strategie di modificazione
C. Pirina
2018-01-01
Abstract
Sempre più il territorio e le città sono costellati da un’innumerevole quantità di manufatti che spesso non sono più in grado di assolvere efficacemente ai compiti per i quali sono stati progettati. Questa eredità del passato non è costituita solamente da edifici di pregio, ma anche da un’edilizia minore residenziale, commerciale, artigianale che invita a una riflessione sul senso e le possibilità offerte dal riuso e dalla rigenerazione di forme. Come possiamo intervenire su questo patrimonio rispettandone le caratteristiche senza tuttavia rinunciare alle istanze del nuovo? Attraverso quali modalità e principi è possibile riconfigurare un manufatto interpretando l’esistente o sovrapponendo nuove regole che, per contrappunto, ne mettano in scena le qualità? È possibile integrare il linguaggio del nuovo a quello dell’antico lontani da una condizione mimetica delle forme? E quanto la presenza di una preesistenza interviene e modifica il processo progettuale? Queste sono alcune delle domande cui il progetto è chiamato a rispondere nel momento in cui si relaziona con i sedimenti del costruito e della storia. Nei progetti presentati, l’interesse per il luogo e la relazione con la preesistenza, declinati a partire da idee e regole differenti, hanno costituito fondamento per il progetto e tentato di sedimentare una serie di modalità che, a partire da necessità specifiche, possano essere applicate ad altri contesti. Più che la forma e il risultato interessano il processo e l’approccio, nella convinzione che non ci sia «nessuna speranza di gesti definitivamente liberatori, di riconciliazioni globali, di perfette coerenze».File | Dimensione | Formato | |
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