Il contributo si interroga sulle molteplici qualità e caratteristiche del termine confine, provando a delinearne alcuni aspetti, tipi, misure o limiti. Ma a quali confini ci riferiamo? Il termine rimanda infatti a limiti invisibili (linguistici, sociali, culturali, psicologici, ecc.), oltre che a limiti fisici e materiali. Il “confine mentale” può essere inteso come un’opportunità che contribuisce a riconoscere e definire una propria individualità, a sottolineare differenze e mettere in luce pluralità di culture. Secondo tale punto di vista il confine costituisce un patrimonio per la memoria europea sospesa tra la valorizzazione delle culture locali e la necessità di costruzione di un’identità comune. Le sorti dell’Europa non si giocano forse sulle sfumature e sull’ambivalenza dei termini “locale” e “globale”? Dal punto di vista fisico la riflessione si sposta sui territori in cui tali posizioni mentali si traspongono. Le linee di confine tra gli stati europei hanno profondamente modificato il proprio significato dalla costituzione dello spazio Schengen, spostando l’attenzione verso la linea di confine esterna dell’Europa. In anni recenti tuttavia si è tornati a riflettere sul senso di tale operazione, mettendone talvolta in discussione la validità, e tornando a porre l’attenzione su quei stratificati segni che, nei territori, attestano la memoria e la storia della loro formazione. Queste tracce costituiscono, per noi architetti, occasione per la redazione di progetti capaci di mettere in luce quelle caratteristiche di permeabilità e/o discontinuità di segni che caratterizzano la storia dei luoghi.

On The Border-Line

C. Pirina
2020-01-01

Abstract

Il contributo si interroga sulle molteplici qualità e caratteristiche del termine confine, provando a delinearne alcuni aspetti, tipi, misure o limiti. Ma a quali confini ci riferiamo? Il termine rimanda infatti a limiti invisibili (linguistici, sociali, culturali, psicologici, ecc.), oltre che a limiti fisici e materiali. Il “confine mentale” può essere inteso come un’opportunità che contribuisce a riconoscere e definire una propria individualità, a sottolineare differenze e mettere in luce pluralità di culture. Secondo tale punto di vista il confine costituisce un patrimonio per la memoria europea sospesa tra la valorizzazione delle culture locali e la necessità di costruzione di un’identità comune. Le sorti dell’Europa non si giocano forse sulle sfumature e sull’ambivalenza dei termini “locale” e “globale”? Dal punto di vista fisico la riflessione si sposta sui territori in cui tali posizioni mentali si traspongono. Le linee di confine tra gli stati europei hanno profondamente modificato il proprio significato dalla costituzione dello spazio Schengen, spostando l’attenzione verso la linea di confine esterna dell’Europa. In anni recenti tuttavia si è tornati a riflettere sul senso di tale operazione, mettendone talvolta in discussione la validità, e tornando a porre l’attenzione su quei stratificati segni che, nei territori, attestano la memoria e la storia della loro formazione. Queste tracce costituiscono, per noi architetti, occasione per la redazione di progetti capaci di mettere in luce quelle caratteristiche di permeabilità e/o discontinuità di segni che caratterizzano la storia dei luoghi.
2020
978-88-31352-46-8
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