Il capitolo si occupa di analizzare la sanzione sostitutiva del commissariamento giudiziale ex art. 15 d.lgs. 231/2001, avendo riguardo alla natura dell'istituto anche in relazione alle altre forme di gestione coattiva previste dai vari rami dell'ordinamento e con specifica attenzione ai presupposti e alle condizioni di applicazione. In particolare, si affrontano i temi del c.d. commissariamento "settoriale" e della correlativa problematica in ordine al coordinamento con gli organi dell'ente sanzionato. Si esaminano poi i singoli poteri e doveri del commissario nominato in una prospettiva teorico-pratica, sia in riferimento alla summa divisio tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, sia in relazione all'adozione di modelli di organizzazione e controllo, sia, infine, agli adempimenti relativi alla relazione trimestrale e di rendiconto. In ultimo, viene delineata la fisionomia della confisca da profitto lecito ex art. 15, 4° comma, segnalandone la spiccata diversità rispetto all'ipotesi sanzionatoria prevista dall'art. 19 d.lgs. 231/2001. SOMMARIO 1. Cenni introduttivi e natura dell’istituto. – 1.1. Le funzioni della sanzione. – 1.2. La qualifica del commissario: note di sistema. – 2. Ambito applicativo e durata della sanzione. – 2.1. I presupposti positivi. – 2.2. I presupposti negativi. – 2.3. Le condizioni di applicazione. – 2.4. La durata della misura commissariale. – 2.5. Il commissariamento “settoriale”. – 2.6. Il procedimento e i criteri di nomina. – 2.7. Il commissariamento come misura cautelare. – 3. I compiti e i poteri del commissario. – 3.1. Gli atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione. – 3.2. L’adozione di modelli di organizzazione e controllo. – 3.3. La relazione trimestrale sull’andamento della gestione e la relazione di rendiconto finale. – 3.4. I compiti e i poteri del commissario in fase cautelare. – 4. La confisca del profitto da prosecuzione dell’attività. – 4.1. L’entità del profitto confiscabile. – 4.2. Il procedimento di applicazione della confisca. L’applicazione in sede cautelare.

La sanzione sostitutiva del commissariamento giudiziale

Gherardo Minicucci
2017-01-01

Abstract

Il capitolo si occupa di analizzare la sanzione sostitutiva del commissariamento giudiziale ex art. 15 d.lgs. 231/2001, avendo riguardo alla natura dell'istituto anche in relazione alle altre forme di gestione coattiva previste dai vari rami dell'ordinamento e con specifica attenzione ai presupposti e alle condizioni di applicazione. In particolare, si affrontano i temi del c.d. commissariamento "settoriale" e della correlativa problematica in ordine al coordinamento con gli organi dell'ente sanzionato. Si esaminano poi i singoli poteri e doveri del commissario nominato in una prospettiva teorico-pratica, sia in riferimento alla summa divisio tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, sia in relazione all'adozione di modelli di organizzazione e controllo, sia, infine, agli adempimenti relativi alla relazione trimestrale e di rendiconto. In ultimo, viene delineata la fisionomia della confisca da profitto lecito ex art. 15, 4° comma, segnalandone la spiccata diversità rispetto all'ipotesi sanzionatoria prevista dall'art. 19 d.lgs. 231/2001. SOMMARIO 1. Cenni introduttivi e natura dell’istituto. – 1.1. Le funzioni della sanzione. – 1.2. La qualifica del commissario: note di sistema. – 2. Ambito applicativo e durata della sanzione. – 2.1. I presupposti positivi. – 2.2. I presupposti negativi. – 2.3. Le condizioni di applicazione. – 2.4. La durata della misura commissariale. – 2.5. Il commissariamento “settoriale”. – 2.6. Il procedimento e i criteri di nomina. – 2.7. Il commissariamento come misura cautelare. – 3. I compiti e i poteri del commissario. – 3.1. Gli atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione. – 3.2. L’adozione di modelli di organizzazione e controllo. – 3.3. La relazione trimestrale sull’andamento della gestione e la relazione di rendiconto finale. – 3.4. I compiti e i poteri del commissario in fase cautelare. – 4. La confisca del profitto da prosecuzione dell’attività. – 4.1. L’entità del profitto confiscabile. – 4.2. Il procedimento di applicazione della confisca. L’applicazione in sede cautelare.
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