Gli studi più recenti sul collezionismo e sul mercato in area veneziana in età moderna, hanno portato alla luce inediti materiali che gettano luce su un aspetto ancora poco indagato in merito alla figura di Raffaello, connesso alla ricezione e conseguente circolazione a Venezia di opere pittoriche e grafiche a lui attribuite (sia originali sia copie sia opere ‘alla maniera di’). Questo intervento mette a fuoco alcuni orientamenti di carattere generale sulla considerazione critica riservata all’arte di Raffaello - in un arco compreso tra Sei e Settecento - da intendenti e critici veneziani, che svolgono spesso il ruolo di agenti e intermediari per grandi collezionisti locali o forestieri, da Daniel Nijs a Marco Boschini a Paolo Del Sera (al servizio del cardinale Leopoldo de’ Medici) sino ad Anton Maria Zanetti il Vecchio. Vengono analizzati alcuni casi emblematici della circolazione di dipinti e disegni dell’urbinate nella Serenissima nel periodo considerato, tra cui spiccano il tondo raffigurante il ritratto dello scultore vicentino Valerio Belli, di cui si è potuta ricostruire la storia ‘veneziana’ e una serie di fogli - alcuni associati agli affreschi delle Stanze Vaticane e attualmente conservati in diversi musei - appartenuti al gabinetto di disegni di Zanetti il Vecchio, figura di primo piano per il collezionismo e la connoisseurship del disegno nell’Europa della prima metà del Settecento.

Raffaello e Venezia nel XVII e XVIII secolo. Spunti critici, connoisseurship e circolazione di opere

Borean, L.
2022-01-01

Abstract

Gli studi più recenti sul collezionismo e sul mercato in area veneziana in età moderna, hanno portato alla luce inediti materiali che gettano luce su un aspetto ancora poco indagato in merito alla figura di Raffaello, connesso alla ricezione e conseguente circolazione a Venezia di opere pittoriche e grafiche a lui attribuite (sia originali sia copie sia opere ‘alla maniera di’). Questo intervento mette a fuoco alcuni orientamenti di carattere generale sulla considerazione critica riservata all’arte di Raffaello - in un arco compreso tra Sei e Settecento - da intendenti e critici veneziani, che svolgono spesso il ruolo di agenti e intermediari per grandi collezionisti locali o forestieri, da Daniel Nijs a Marco Boschini a Paolo Del Sera (al servizio del cardinale Leopoldo de’ Medici) sino ad Anton Maria Zanetti il Vecchio. Vengono analizzati alcuni casi emblematici della circolazione di dipinti e disegni dell’urbinate nella Serenissima nel periodo considerato, tra cui spiccano il tondo raffigurante il ritratto dello scultore vicentino Valerio Belli, di cui si è potuta ricostruire la storia ‘veneziana’ e una serie di fogli - alcuni associati agli affreschi delle Stanze Vaticane e attualmente conservati in diversi musei - appartenuti al gabinetto di disegni di Zanetti il Vecchio, figura di primo piano per il collezionismo e la connoisseurship del disegno nell’Europa della prima metà del Settecento.
2022
978-3-11-073768-4
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