Il De vulgari eloquentia è il trattato latino incompiuto in cui Dante tratta delle facoltà linguistiche dell’uomo: scritto al principio del XIV secolo, esso costituisce una delle più antiche riflessioni scientifiche sui volgari europei. Dopo aver individuato la ragione della pluralità delle lingue nella confusione provocata da Dio per fermare la costruzione della Torre di Babele, in base alla forma dell’avverbio affermativo l’autore raggruppa gli idiomi europei nei ceppi germanico, ellenico e romanzo; inoltre, all’interno di quest’ultimo gruppo, Dante riconosce un’ulteriore tripartizione tra lingua d’oc, d’oïl e di sì. Infine, relativamente alla penisola italiana, egli passa in rassegna quattordici varietà dialettali che, in buona misura, possono essere paragonate alle aree linguistiche descritte dalla moderna scienza dialettologica.

Il plurilinguismo in Dante

Alessandro Re
Primo
2022-01-01

Abstract

Il De vulgari eloquentia è il trattato latino incompiuto in cui Dante tratta delle facoltà linguistiche dell’uomo: scritto al principio del XIV secolo, esso costituisce una delle più antiche riflessioni scientifiche sui volgari europei. Dopo aver individuato la ragione della pluralità delle lingue nella confusione provocata da Dio per fermare la costruzione della Torre di Babele, in base alla forma dell’avverbio affermativo l’autore raggruppa gli idiomi europei nei ceppi germanico, ellenico e romanzo; inoltre, all’interno di quest’ultimo gruppo, Dante riconosce un’ulteriore tripartizione tra lingua d’oc, d’oïl e di sì. Infine, relativamente alla penisola italiana, egli passa in rassegna quattordici varietà dialettali che, in buona misura, possono essere paragonate alle aree linguistiche descritte dalla moderna scienza dialettologica.
2022
978-88-7636-376-4
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