Le traduzioni svolsero un ruolo fondamentale nella tradizione testuale del Devisement dou monde di Marco Polo sia nel Medioevo, sia in età moderna. In tal senso, particolare rilievo ebbero le traduzioni romanze dell’opera realizzate nel secolo XVI: la versione portoghese stampata a Lisbona da Valentim Fernandes nel 1502; la traduzione castigliana ad opera di Rodrigo Fernández de Santaella, apparsa a Siviglia nel 1503 per i tipi di Stanislao Polono e Jacob Cromberger; la versione italiana contenuta nel Secondo volume delle Navigationi e viaggi (1559) di Giovanni Battista Ramusio. Mentre le prime due versioni seguono strategie traduttive ancora “medievali”, la terza appare chiaramente ispirata a modelli rinascimentali, sia nella resa linguistica del testo, sia nella selezione delle fonti. L’edizione di Fernandes dipende dalla versione più nota e diffusa del libro di Marco Polo, la traduzione latina del domenicano Francesco Pipino da Bologna (p. 1310, a. 1322). Santaella prende come modello un manoscritto tardo e poco autorevole del ramo più ampio del Devisement dou monde, la famiglia nord-italiana VA. Ramusio muove esplicitamente dall’intento di fornire una versione il più possibile vicina all’originale. Per fare questo si avvale della testimonianza di cinque esemplari. Una delle sue fonti era un manoscritto molto autorevole (Z1), appartenente al ramo più conservativo della tradizione. Per questa ragione, la traduzione di Ramusio è ancor oggi di fondamentale importanza per la ricostruzione critica del resoconto poliano. Translations played a key role in the textual transmission of the Devisement dou monde by Marco Polo, both during the Middle Ages and on through the modern era. In this sense, particular importance must be attached to the Romance translations of Polo’s book produced in the Renaissance: the Portuguese version printed in Lisbon by Valentim Fernandes in 1502; the Spanish translation made by Rodrigo Fernández de Santaella, published in Sevilla in 1503 by Stanislao Polono and Jakob Cromberger; the Italian version included in the Secondo volume delle Navigationi e viaggi (1559) by Giovanni Battista Ramusio. Whereas the translation strategies resulting from the Portuguese and the Spanish editions may still be considered as ‘medieval’, the Italian text is clearly inspired by Renaissance ideas, in terms of both linguistic choices and source-selection. Fernandes’ edition is based on the most common version of the Devisement, the Latin translation made by the Dominican friar Francesco Pipino da Bologna between 1310 and 1322. Santaella took as his model a late and scarcely reliable codex belonging to the largest manuscript family of Marco Polo’s book, the north-Italian version known as «VA». Ramusio’s translation expressly aimed at reconstructing the original contents of the book. To do that, he compared five manuscripts. One of his sources was a very authoritative codex (known as «Z1»), belonging to the most conservative branch of the textual transmission. For this reason, the testimony of Ramusio’s version turns out to be of fundamental importance for the critical reconstruction of Polo’s account.
Le traduzioni cinquecentesche del libro di Marco Polo: dal 'textus receptus' alla traduzione critica
alvise andreose
2022-01-01
Abstract
Le traduzioni svolsero un ruolo fondamentale nella tradizione testuale del Devisement dou monde di Marco Polo sia nel Medioevo, sia in età moderna. In tal senso, particolare rilievo ebbero le traduzioni romanze dell’opera realizzate nel secolo XVI: la versione portoghese stampata a Lisbona da Valentim Fernandes nel 1502; la traduzione castigliana ad opera di Rodrigo Fernández de Santaella, apparsa a Siviglia nel 1503 per i tipi di Stanislao Polono e Jacob Cromberger; la versione italiana contenuta nel Secondo volume delle Navigationi e viaggi (1559) di Giovanni Battista Ramusio. Mentre le prime due versioni seguono strategie traduttive ancora “medievali”, la terza appare chiaramente ispirata a modelli rinascimentali, sia nella resa linguistica del testo, sia nella selezione delle fonti. L’edizione di Fernandes dipende dalla versione più nota e diffusa del libro di Marco Polo, la traduzione latina del domenicano Francesco Pipino da Bologna (p. 1310, a. 1322). Santaella prende come modello un manoscritto tardo e poco autorevole del ramo più ampio del Devisement dou monde, la famiglia nord-italiana VA. Ramusio muove esplicitamente dall’intento di fornire una versione il più possibile vicina all’originale. Per fare questo si avvale della testimonianza di cinque esemplari. Una delle sue fonti era un manoscritto molto autorevole (Z1), appartenente al ramo più conservativo della tradizione. Per questa ragione, la traduzione di Ramusio è ancor oggi di fondamentale importanza per la ricostruzione critica del resoconto poliano. Translations played a key role in the textual transmission of the Devisement dou monde by Marco Polo, both during the Middle Ages and on through the modern era. In this sense, particular importance must be attached to the Romance translations of Polo’s book produced in the Renaissance: the Portuguese version printed in Lisbon by Valentim Fernandes in 1502; the Spanish translation made by Rodrigo Fernández de Santaella, published in Sevilla in 1503 by Stanislao Polono and Jakob Cromberger; the Italian version included in the Secondo volume delle Navigationi e viaggi (1559) by Giovanni Battista Ramusio. Whereas the translation strategies resulting from the Portuguese and the Spanish editions may still be considered as ‘medieval’, the Italian text is clearly inspired by Renaissance ideas, in terms of both linguistic choices and source-selection. Fernandes’ edition is based on the most common version of the Devisement, the Latin translation made by the Dominican friar Francesco Pipino da Bologna between 1310 and 1322. Santaella took as his model a late and scarcely reliable codex belonging to the largest manuscript family of Marco Polo’s book, the north-Italian version known as «VA». Ramusio’s translation expressly aimed at reconstructing the original contents of the book. To do that, he compared five manuscripts. One of his sources was a very authoritative codex (known as «Z1»), belonging to the most conservative branch of the textual transmission. For this reason, the testimony of Ramusio’s version turns out to be of fundamental importance for the critical reconstruction of Polo’s account.File | Dimensione | Formato | |
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