La geometria e l’ottica sono sempre state utilizzate come strumenti per la misurazione degli edifici e per la loro rappresentazione. Fin dall’antichità sembra fosse anche noto il principio della camera oscura, e cioè la possibilità di ottenere immagini proiettate sulla parete di un ambiente buio da un foro sul lato opposto. Dal XV secolo si iniziò a definire le regole geometriche della prospettiva e furono sviluppati strumenti per ottenere la proiezione prospettica degli oggetti, fra i quali prevalse la camera oscura utilizzata diffusamente dai vedutisti settecenteschi. É dal XIX secolo che, con l’ausilio della chimica, fu possibile fissare le immagini in maniera permanente su un supporto in modo da poterle conservare e utilizzare. In questo saggio si intende prendere in considerazione come la fotografia abbia contribuito allo studio e al restauro dei monumenti architettonici nel corso dell’Ottocento e fino ai primi anni del Novecento, individuando quali sono stati i primi esempi applicativi anche al fine di riconoscere l’importanza dei casi studio esaminati. Si tratta di un tema specifico che coinvolge in realtà diverse discipline, quali la storia e tecnica della fotografia, la storia dell’arte, la storia del restauro, il disegno e rilievo e la geomatica, ognuna con un’ampia bibliografia dalla quale si è cercato di sintetizzare le principali informazioni sul progresso della tecnica fotografica e sulle sue principali applicazioni nel restauro come strumento di documentazione, di rilievo e di progetto, di comunicazione.

L’utilizzo della fotografia nel restauro dei monumenti dalle prime applicazioni all’inizio del Novecento

Foramitti Vittorio
2022-01-01

Abstract

La geometria e l’ottica sono sempre state utilizzate come strumenti per la misurazione degli edifici e per la loro rappresentazione. Fin dall’antichità sembra fosse anche noto il principio della camera oscura, e cioè la possibilità di ottenere immagini proiettate sulla parete di un ambiente buio da un foro sul lato opposto. Dal XV secolo si iniziò a definire le regole geometriche della prospettiva e furono sviluppati strumenti per ottenere la proiezione prospettica degli oggetti, fra i quali prevalse la camera oscura utilizzata diffusamente dai vedutisti settecenteschi. É dal XIX secolo che, con l’ausilio della chimica, fu possibile fissare le immagini in maniera permanente su un supporto in modo da poterle conservare e utilizzare. In questo saggio si intende prendere in considerazione come la fotografia abbia contribuito allo studio e al restauro dei monumenti architettonici nel corso dell’Ottocento e fino ai primi anni del Novecento, individuando quali sono stati i primi esempi applicativi anche al fine di riconoscere l’importanza dei casi studio esaminati. Si tratta di un tema specifico che coinvolge in realtà diverse discipline, quali la storia e tecnica della fotografia, la storia dell’arte, la storia del restauro, il disegno e rilievo e la geomatica, ognuna con un’ampia bibliografia dalla quale si è cercato di sintetizzare le principali informazioni sul progresso della tecnica fotografica e sulle sue principali applicazioni nel restauro come strumento di documentazione, di rilievo e di progetto, di comunicazione.
2022
978-88-3283-318-8
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