Il contributo vuole delineare la ricezione della Grecia e del “mito” greco in scrittori italiani di viaggio tra Settecento e Ottocento, in particolare nel viterbese Giambattista Casti (1724-1803) e nel siciliano Saverio Scrofani (1756-1835). Grandi viaggiatori entrambi, nelle loro opere restituirono un ritratto delle regioni e dei luoghi attraversati rapportandoli alla storia trascorsa. Le opere sono presentate con taglio critico, con osservazioni personali e a volte pungenti, soprattutto nel caso di Scrofani; le opere lasciano sottendere un quadro culturale quanto mai mosso e interessante. Attraverso l’analisi delle loro opere, rispettivamente Viaggio a Costantinopoli e Viaggio in Grecia, importanti dal punto di vista odeporico, si intende mettere in risalto le interpretazioni relative alla storia della Grecia nel periodo storico preso in considerazione, in un momento di «vero e proprio idoleggiamento dei modelli greco-romani dall’estetica alla politica, dalla poesia alla moda»; la Grecia costituiva una mèta fondamentale del Gran Tour, poiché rappresentava una destinazione ritenuta essenziale per la formazione culturale e intellettuale non solo dei giovani. Attraverso l’analisi delle opere si intende ricostruire il clima storico e letterario sotteso alla ricezione delle opere e alla visione della Grecia, anche nel primo Ottocento, periodo in cui sono numerose le testimonianze e l’interesse del primo Risorgimento italiano verso la Grecia e il suo mito, che continua a sopravvivere anche in età romantica. In particolare, lo Scrofani, nella sua opera, esalta la società greca e le sue origini, ponendo a confronto quella attuale ma non sminuendo affatto la condizione della Grecia moderna, dimostrando fiducia nella forza insita nella popolazione greca. Il popolo greco è visto come discendente dalla storia antica e in quanto tale capace di diventare propositivo nella lotta di liberazione dal dominio turco. Il Casti nella sua operetta descrive Atene e il paesaggio circostante, e mette in risalto soprattutto l’antica grandezza con quella in cui vive e con le sensazioni che esso prova, dall’antica bellezza alla presente decadenza. Dalle analisi delle due opere e dagli studi fino ad oggi compiuti, si vuole evincere un quadro del filellenismo greco odeporico e la ricaduta in ambito letterario del periodo considerato.

L’immagine della Grecia in autori italiani tra Settecento e Ottocento

Fabiana SAVORGNAN CERGNEU di BRAZZA'
2023-01-01

Abstract

Il contributo vuole delineare la ricezione della Grecia e del “mito” greco in scrittori italiani di viaggio tra Settecento e Ottocento, in particolare nel viterbese Giambattista Casti (1724-1803) e nel siciliano Saverio Scrofani (1756-1835). Grandi viaggiatori entrambi, nelle loro opere restituirono un ritratto delle regioni e dei luoghi attraversati rapportandoli alla storia trascorsa. Le opere sono presentate con taglio critico, con osservazioni personali e a volte pungenti, soprattutto nel caso di Scrofani; le opere lasciano sottendere un quadro culturale quanto mai mosso e interessante. Attraverso l’analisi delle loro opere, rispettivamente Viaggio a Costantinopoli e Viaggio in Grecia, importanti dal punto di vista odeporico, si intende mettere in risalto le interpretazioni relative alla storia della Grecia nel periodo storico preso in considerazione, in un momento di «vero e proprio idoleggiamento dei modelli greco-romani dall’estetica alla politica, dalla poesia alla moda»; la Grecia costituiva una mèta fondamentale del Gran Tour, poiché rappresentava una destinazione ritenuta essenziale per la formazione culturale e intellettuale non solo dei giovani. Attraverso l’analisi delle opere si intende ricostruire il clima storico e letterario sotteso alla ricezione delle opere e alla visione della Grecia, anche nel primo Ottocento, periodo in cui sono numerose le testimonianze e l’interesse del primo Risorgimento italiano verso la Grecia e il suo mito, che continua a sopravvivere anche in età romantica. In particolare, lo Scrofani, nella sua opera, esalta la società greca e le sue origini, ponendo a confronto quella attuale ma non sminuendo affatto la condizione della Grecia moderna, dimostrando fiducia nella forza insita nella popolazione greca. Il popolo greco è visto come discendente dalla storia antica e in quanto tale capace di diventare propositivo nella lotta di liberazione dal dominio turco. Il Casti nella sua operetta descrive Atene e il paesaggio circostante, e mette in risalto soprattutto l’antica grandezza con quella in cui vive e con le sensazioni che esso prova, dall’antica bellezza alla presente decadenza. Dalle analisi delle due opere e dagli studi fino ad oggi compiuti, si vuole evincere un quadro del filellenismo greco odeporico e la ricaduta in ambito letterario del periodo considerato.
2023
978-618-5752-11-8
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
PDF Savorgnan.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Non pubblico
Dimensione 1.15 MB
Formato Adobe PDF
1.15 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1248784
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact