Nel 1900 il consumo pro capite era intorno ai 120 litri, nel 1996 57 litri, nell’ultimo decennio si è arrivati a 35 litri e attualmente il valore si è stabilizzato sui 40-45 litri pro capite; un’evoluzione significativa legata sostanziali mutamenti del target dei consumatori. Il consumatore è cambiato notevolmente, è sempre più informato, è molto esigente e pretende un prodotto di qualità per ogni occasione di consumo. La grande potenzialità del Friuli per i vini bianchi è confermata e questo sicuramente è un aspetto che il Ducato dei Vini Friulani ha valorizzato e potrà valorizzare anche nel futuro in tutto il mondo. Inevitabilmente c’è stata una significativa evoluzione della qualità dei vini, da prodotto calorico a prodotto per accompagnare momenti di socialità e quindi il vino deve essere un bene con precise e riconoscibili caratteristiche organolettiche, in questa direzione si è evoluta la tecnica e la ricerca del settore per la produzione di vini di qualità. Anche la tecnica enologica ha beneficiato di cambiamenti significativi, in particolare non si subisce più la qualità dell’uva raccolta, ma si può gestire la maturazione con tecniche di controllo all’avanguardia e portare a maturazione una qualità ben definita, primo passo fondamentale per l’elaborazione di un vino di qualità. Gradualmente si è passati all’impego di tecniche a basso impatto con interventi minimi con coadiuvanti esogeni. Le innovazioni tecniche in cantina e in vigneto stanno portando gradualmente il settore verso tecniche viticole ed enologiche a basso impatto ambientale nel rispetto della qualità dei vini, queste innovazioni ovviamente sono il frutto anche della ricerca scientifica e tecnologica che l’Università e i centri di Ricerca hanno come “mission”. Da molti anni si opera sulla sostenibilità, non è la novità di questi ultimi anni, sicuramente c’è ancora molto da fare in vigneto, soprattutto per la gestione della difesa contro le fitopatie, tutti i tecnici stanno operando nel senso indicato dalle normative e dalla sostenibilità che va interpretata nel suo vero significato della durabilità, termine francese che indica qualcosa che deve durare nel tempo per le generazioni future, in termini ambientali, sociali, senza dimenticare l’aspetto economico. Una vera sostenibilità, digitalizzazione, filiera 4.0, filiera di precisione, machine learning e intelligenza artificiale, robotizzazione, tutti elementi che non devono essere trascurati per il settore in continua evoluzione, comunque vada sono tutti ausili tecnologici che servono per ottimizzare la produzione per viticoltura ed enologia di precisione, la vera applicazione di precisione per la qualità la farà comunque l’interpretazione dell’enologo, che rimarrà insostituibile considerata la complessità e l’enormità delle variabili che intervengono nella produzione di un vino.

Il mondo del vino: un'evoluzione continua

Celotti Emilio
2023-01-01

Abstract

Nel 1900 il consumo pro capite era intorno ai 120 litri, nel 1996 57 litri, nell’ultimo decennio si è arrivati a 35 litri e attualmente il valore si è stabilizzato sui 40-45 litri pro capite; un’evoluzione significativa legata sostanziali mutamenti del target dei consumatori. Il consumatore è cambiato notevolmente, è sempre più informato, è molto esigente e pretende un prodotto di qualità per ogni occasione di consumo. La grande potenzialità del Friuli per i vini bianchi è confermata e questo sicuramente è un aspetto che il Ducato dei Vini Friulani ha valorizzato e potrà valorizzare anche nel futuro in tutto il mondo. Inevitabilmente c’è stata una significativa evoluzione della qualità dei vini, da prodotto calorico a prodotto per accompagnare momenti di socialità e quindi il vino deve essere un bene con precise e riconoscibili caratteristiche organolettiche, in questa direzione si è evoluta la tecnica e la ricerca del settore per la produzione di vini di qualità. Anche la tecnica enologica ha beneficiato di cambiamenti significativi, in particolare non si subisce più la qualità dell’uva raccolta, ma si può gestire la maturazione con tecniche di controllo all’avanguardia e portare a maturazione una qualità ben definita, primo passo fondamentale per l’elaborazione di un vino di qualità. Gradualmente si è passati all’impego di tecniche a basso impatto con interventi minimi con coadiuvanti esogeni. Le innovazioni tecniche in cantina e in vigneto stanno portando gradualmente il settore verso tecniche viticole ed enologiche a basso impatto ambientale nel rispetto della qualità dei vini, queste innovazioni ovviamente sono il frutto anche della ricerca scientifica e tecnologica che l’Università e i centri di Ricerca hanno come “mission”. Da molti anni si opera sulla sostenibilità, non è la novità di questi ultimi anni, sicuramente c’è ancora molto da fare in vigneto, soprattutto per la gestione della difesa contro le fitopatie, tutti i tecnici stanno operando nel senso indicato dalle normative e dalla sostenibilità che va interpretata nel suo vero significato della durabilità, termine francese che indica qualcosa che deve durare nel tempo per le generazioni future, in termini ambientali, sociali, senza dimenticare l’aspetto economico. Una vera sostenibilità, digitalizzazione, filiera 4.0, filiera di precisione, machine learning e intelligenza artificiale, robotizzazione, tutti elementi che non devono essere trascurati per il settore in continua evoluzione, comunque vada sono tutti ausili tecnologici che servono per ottimizzare la produzione per viticoltura ed enologia di precisione, la vera applicazione di precisione per la qualità la farà comunque l’interpretazione dell’enologo, che rimarrà insostituibile considerata la complessità e l’enormità delle variabili che intervengono nella produzione di un vino.
2023
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