La transizione, intesa come interpretazione dalla scala territoriale a quella architettonica attraverso l’impiego di geometrie matematiche desumibili dalla natura, è un tema che ha accompagnato Marcello D’Olivo (1921-1991) nella progettazione di piani urbani e architettonici. La ricerca ha voluto approfondire la dimensione abitativa sperimentata dall’architetto udinese analizzando alcune sue opere significative concepite per il piano di lottizzazione di Lignano Pineta: le vicine ville Mainardis (1954-1955) e Spezzotti (1955-1957), e le mai realizzate ville tipo e Ellero (1955). In queste architetture coeve si riscontra la ricerca da parte del progettista di integrare le ville con il contesto paesaggistico circostante e il distintivo ricorso alla figura del cerchio, impiegato secondo diverse modulazioni per comporre sia gli spazi interni che esterni degli edifici. L’analisi è stata affrontata traducendo il materiale documentale conservato presso l’Archivio D’Olivo dei Civici Musei di Udine e l’Archivio del Comune di Lignano Sabbiadoro, da un lato sfruttando gli strumenti di rappresentazione assistita al computer nell’ambito della documentazione digitale al fine di far emergere gli esiti geometrico-figurativi, dall’altro per superare i limiti di fruizione imposti dallo schermo mediante l’esplorazione virtuale e la prototipazione fisica di una delle architetture prese in esame.
Geometrie e transizioni dal paesaggio all’architettura: l’abitare a Lignano per Marcello D’Olivo
veronica riavis
Primo
2023-01-01
Abstract
La transizione, intesa come interpretazione dalla scala territoriale a quella architettonica attraverso l’impiego di geometrie matematiche desumibili dalla natura, è un tema che ha accompagnato Marcello D’Olivo (1921-1991) nella progettazione di piani urbani e architettonici. La ricerca ha voluto approfondire la dimensione abitativa sperimentata dall’architetto udinese analizzando alcune sue opere significative concepite per il piano di lottizzazione di Lignano Pineta: le vicine ville Mainardis (1954-1955) e Spezzotti (1955-1957), e le mai realizzate ville tipo e Ellero (1955). In queste architetture coeve si riscontra la ricerca da parte del progettista di integrare le ville con il contesto paesaggistico circostante e il distintivo ricorso alla figura del cerchio, impiegato secondo diverse modulazioni per comporre sia gli spazi interni che esterni degli edifici. L’analisi è stata affrontata traducendo il materiale documentale conservato presso l’Archivio D’Olivo dei Civici Musei di Udine e l’Archivio del Comune di Lignano Sabbiadoro, da un lato sfruttando gli strumenti di rappresentazione assistita al computer nell’ambito della documentazione digitale al fine di far emergere gli esiti geometrico-figurativi, dall’altro per superare i limiti di fruizione imposti dallo schermo mediante l’esplorazione virtuale e la prototipazione fisica di una delle architetture prese in esame.File | Dimensione | Formato | |
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