Il senso etimologico di transizione derivato dal verbo latino “trans-ire” fa riferimento al transitare inteso come “passare attraverso”, alludendo così all’esistenza di uno stadio “intermedio” compreso tra una condizione immediatamente precedente e una successiva. A partire dal ruolo del progetto inteso come prefigurazione, il contributo intende proporre una lettura critica di questo spazio residuale – compreso “tra” le cose – indagando il senso di “ciò che resta” a seguito di questi processi di cambiamento. Quella “restanza” che costituisce il dato di permanenza e che è riconoscibile in un vasto patrimonio paesaggistico e rurale. Invocare il paesaggio non significa fare riferimento a una “cosa”, ma al rapporto – troppo spesso trascurato – con il contesto circostante, che chiede di essere riprogettato affinché diventi una concreta opportunità di sviluppo e non semplice scenografia o oggetto di sfruttamento. Se infatti la necessità di una modificazione delle consuetudini culturali, operative ed economiche si offre come opportunità per un ripensamento del ruolo dell’architettura nella società, è altresì vero che questo processo, accompagnato da una riflessione sul rapporto tra tecnologia-sostenibilità-responsabilità, può riconoscere nel “rurale”, un patrimonio costruito esteso e variegato. Un “esterno costitutivo” da studiare come modello alternativo di sviluppo. Guardare al rurale significa recuperare quell’originale capacità di abitare, ovvero costruire, che è propria di un certo tipo di architettura “tradizionale”, non tanto per trarvi modelli di ispirazione, quanto per riconoscere quella capacità di abitare in relazione con il paesaggio e in modo autosufficiente, esito di uno studio dei vincoli e delle peculiarità del luogo. Un abitare sostenibile perché realmente appropriato al luogo. A partire da una indagine su contesti periferici e marginali, nel saggio alcuni casi studio in Italia e in Europa fanno da sfondo a uno sguardo sulla condizione esemplare di alcune aree interne del Friuli Venezia Giulia.
Ricostruire relazioni. Strategie e progetti per un abitare "in alternativa"
Giovanni Comi
2022-01-01
Abstract
Il senso etimologico di transizione derivato dal verbo latino “trans-ire” fa riferimento al transitare inteso come “passare attraverso”, alludendo così all’esistenza di uno stadio “intermedio” compreso tra una condizione immediatamente precedente e una successiva. A partire dal ruolo del progetto inteso come prefigurazione, il contributo intende proporre una lettura critica di questo spazio residuale – compreso “tra” le cose – indagando il senso di “ciò che resta” a seguito di questi processi di cambiamento. Quella “restanza” che costituisce il dato di permanenza e che è riconoscibile in un vasto patrimonio paesaggistico e rurale. Invocare il paesaggio non significa fare riferimento a una “cosa”, ma al rapporto – troppo spesso trascurato – con il contesto circostante, che chiede di essere riprogettato affinché diventi una concreta opportunità di sviluppo e non semplice scenografia o oggetto di sfruttamento. Se infatti la necessità di una modificazione delle consuetudini culturali, operative ed economiche si offre come opportunità per un ripensamento del ruolo dell’architettura nella società, è altresì vero che questo processo, accompagnato da una riflessione sul rapporto tra tecnologia-sostenibilità-responsabilità, può riconoscere nel “rurale”, un patrimonio costruito esteso e variegato. Un “esterno costitutivo” da studiare come modello alternativo di sviluppo. Guardare al rurale significa recuperare quell’originale capacità di abitare, ovvero costruire, che è propria di un certo tipo di architettura “tradizionale”, non tanto per trarvi modelli di ispirazione, quanto per riconoscere quella capacità di abitare in relazione con il paesaggio e in modo autosufficiente, esito di uno studio dei vincoli e delle peculiarità del luogo. Un abitare sostenibile perché realmente appropriato al luogo. A partire da una indagine su contesti periferici e marginali, nel saggio alcuni casi studio in Italia e in Europa fanno da sfondo a uno sguardo sulla condizione esemplare di alcune aree interne del Friuli Venezia Giulia.File | Dimensione | Formato | |
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