Tra il 1250 e il 1420, nell’età del declino dello stato patriarcale friulano, incominciò a svilupparsi in Friuli una vita cittadina animata da nuove forze sociali e gruppi professionali. Questo processo sociale ed economico, accompagnato dalla diffusione delle competenze di scrittura e di lettura, ha avuto significative ripercussioni anche sul piano della lingua: archiviata la precedente frattura linguistica e sociale tra la classe dominante germanofona e quella popolare romanzofona, il friulano iniziò a essere con funzione di linguaggio amministrativo da parte di tutte quelle persone che, oltre a servirsene abitualmente in forma orale, avevano la necessità di adoperarlo anche nella scrittura. Al fenomeno della scripta usuale friulana tra XIV e XV secolo è dedicato ormai da diversi anni un importante progetto di segnalazione, trascrizione e pubblicazione dei materiali conservati in vari fondi del Friuli: l’edizione di un consistente numero di manoscritti antichi permette ora di svolgere specifiche indagini sul settore della lessicografia. Diventa possibile, in particolare, raccogliere gli esempi di linguaggio tecnico che emergono dalle carte ed esaminarli sotto vari punti di vista, proponendosi diversi obiettivi: un’illustrazione degli ambiti professionali presenti in tre centri urbani; un approfondimento sulla provenienza dei tecnicismi e una parallela valutazione della patrimonialità dei lessemi e dell’incidenza dei prestiti; uno studio dei fenomeni di conservazione e innovazione, vagliando la persistenza dei tecnicismi nel friulano dei secoli successivi. In definitiva, un’indagine di questo genere, seppur limitata, raccoglie dati utili a definire l’influenza di nuovi gruppi professionali sullo sviluppo linguistico e a determinare con maggiore precisione il ruolo della scrittura funzionale nel processo di standardizzazione (sia in ottica intralinguistica, cioè nel friulano, sia interlinguistica, in rapporto alla progressiva diffusione di modelli toscoveneti).

I linguaggi tecnici nelle carte friulane del tardo Medioevo

Zanello Gabriele
2023-01-01

Abstract

Tra il 1250 e il 1420, nell’età del declino dello stato patriarcale friulano, incominciò a svilupparsi in Friuli una vita cittadina animata da nuove forze sociali e gruppi professionali. Questo processo sociale ed economico, accompagnato dalla diffusione delle competenze di scrittura e di lettura, ha avuto significative ripercussioni anche sul piano della lingua: archiviata la precedente frattura linguistica e sociale tra la classe dominante germanofona e quella popolare romanzofona, il friulano iniziò a essere con funzione di linguaggio amministrativo da parte di tutte quelle persone che, oltre a servirsene abitualmente in forma orale, avevano la necessità di adoperarlo anche nella scrittura. Al fenomeno della scripta usuale friulana tra XIV e XV secolo è dedicato ormai da diversi anni un importante progetto di segnalazione, trascrizione e pubblicazione dei materiali conservati in vari fondi del Friuli: l’edizione di un consistente numero di manoscritti antichi permette ora di svolgere specifiche indagini sul settore della lessicografia. Diventa possibile, in particolare, raccogliere gli esempi di linguaggio tecnico che emergono dalle carte ed esaminarli sotto vari punti di vista, proponendosi diversi obiettivi: un’illustrazione degli ambiti professionali presenti in tre centri urbani; un approfondimento sulla provenienza dei tecnicismi e una parallela valutazione della patrimonialità dei lessemi e dell’incidenza dei prestiti; uno studio dei fenomeni di conservazione e innovazione, vagliando la persistenza dei tecnicismi nel friulano dei secoli successivi. In definitiva, un’indagine di questo genere, seppur limitata, raccoglie dati utili a definire l’influenza di nuovi gruppi professionali sullo sviluppo linguistico e a determinare con maggiore precisione il ruolo della scrittura funzionale nel processo di standardizzazione (sia in ottica intralinguistica, cioè nel friulano, sia interlinguistica, in rapporto alla progressiva diffusione di modelli toscoveneti).
2023
978-3-503-20913-2
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