La ricostruzione del corpus audiovisivo di Giuseppe Chiari, con particolare riferimento alle opere e alle documentazioni prodotte tra il 1972 e il 1977, affronta le problematiche legate alla preservazione e al restauro digitale delle opere videografiche analogiche, con l’obiettivo di garantirne l’accessibilità e lo studio in formato digitale. L’analisi dei materiali d’archivio consente di esaminare i metodi per la conservazione dei supporti analogici (nastri magnetici) e per la ricostruzione dei contesti di produzione e trasmissione culturale. La ricerca si basa su un approccio interdisciplinare che integra strumenti e prospettive della storia delle arti visive e performative, degli studi sui media e delle pratiche di conservazione e restauro. In questo quadro, è stato elaborato un protocollo metodologico per la traduzione dei contenuti audiovisivi dall’analogico al digitale, con particolare attenzione alla preservazione dei nastri magnetici e alla restituzione dei contesti culturali e produttivi originari. L’uso del videotape emerge come elemento centrale nella pratica di Chiari, non solo per il suo valore documentale, ma anche per le sue funzioni compositive e performative, aprendo nuove prospettive di riflessione sulla relazione tra arte, tecnologia e memoria culturale. La ricostruzione del corpus supera la semplice analisi delle opere videografiche di Chiari, evidenziando le implicazioni teoriche e metodologiche di un approccio che combina analisi storica, critica estetica e pratiche operative, contribuendo al dibattito sulla conservazione del patrimonio audiovisivo contemporaneo. La ricostruzione del corpus, accanto all’analisi delle opere videografiche di Chiari, mette in luce le implicazioni teoriche e metodologiche di un approccio che integra analisi storica, critica estetica e pratiche operative.
Giuseppe Chiari: corpus audiovisivo
Cosetta Saba
2023-01-01
Abstract
La ricostruzione del corpus audiovisivo di Giuseppe Chiari, con particolare riferimento alle opere e alle documentazioni prodotte tra il 1972 e il 1977, affronta le problematiche legate alla preservazione e al restauro digitale delle opere videografiche analogiche, con l’obiettivo di garantirne l’accessibilità e lo studio in formato digitale. L’analisi dei materiali d’archivio consente di esaminare i metodi per la conservazione dei supporti analogici (nastri magnetici) e per la ricostruzione dei contesti di produzione e trasmissione culturale. La ricerca si basa su un approccio interdisciplinare che integra strumenti e prospettive della storia delle arti visive e performative, degli studi sui media e delle pratiche di conservazione e restauro. In questo quadro, è stato elaborato un protocollo metodologico per la traduzione dei contenuti audiovisivi dall’analogico al digitale, con particolare attenzione alla preservazione dei nastri magnetici e alla restituzione dei contesti culturali e produttivi originari. L’uso del videotape emerge come elemento centrale nella pratica di Chiari, non solo per il suo valore documentale, ma anche per le sue funzioni compositive e performative, aprendo nuove prospettive di riflessione sulla relazione tra arte, tecnologia e memoria culturale. La ricostruzione del corpus supera la semplice analisi delle opere videografiche di Chiari, evidenziando le implicazioni teoriche e metodologiche di un approccio che combina analisi storica, critica estetica e pratiche operative, contribuendo al dibattito sulla conservazione del patrimonio audiovisivo contemporaneo. La ricostruzione del corpus, accanto all’analisi delle opere videografiche di Chiari, mette in luce le implicazioni teoriche e metodologiche di un approccio che integra analisi storica, critica estetica e pratiche operative.File | Dimensione | Formato | |
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