La fine del regno di Etelredo II (ca. 966/968-1016) segna uno stravolgimento nell’assetto socio-politico dell’Inghilterra alto-medievale: dopo anni di crisi nazionale, dovuta da un lato al malgoverno del sovrano e dall’altro ai continui e devastanti raid vichinghi, l’ascesa di Canuto il Grande (ca. 995–1035) riporta ordine e stabilità in una nazione ormai sulla via del tracollo politico ed economico. In questo contesto, l’arcivescovo Wulfstan di York (ca. 946/966–1023) vede nel nuovo regno e nel legame pacifico fra inglesi e danesi l’opportunità per risollevare le sorti del popolo, creando i presupposti per una società ordinata secondo la volontà divina. Sulla scia di queste riflessioni, lo scopo del presente lavoro è illustrare come Wulfstan tenda a fondere le sue responsabilità di statesman e churchman – un’unione evidente anche nella sua produzione. Non è un caso che le sue omelie si facciano via via sempre più legali nello stile, e che le sue leggi abbondino di elementi di natura religiosa. Fra questi, a spiccare è il ruolo del diavolo nella legislazione curata per Canuto: ispirandosi alla nota metafora del lupo che aggredisce le pecore innocenti, Wulfstan sfrutta l’immagine per esaltare il ruolo di vescovi e preti nel correggere la società prima del Giudizio Finale. Dopo averne analizzato i precedenti biblici, l’attenzione sarà focalizzata sul ruolo del lupo in ambito giuridico, e sulle sfumature semantiche del termine che Wulfstan utilizza per indicarlo. In questo modo, si cercheranno di chiarire le motivazioni alla base della sua scelta lessicale, tenendo presente il suo desiderio di ammonire ogni singolo membro della società circa le responsabilità del buon cristiano.
DECLINAZIONI DEL DEMONIACO NELLA TRADIZIONE LEGALE ANGLO-DANESE: UN CASO DI STUDIO
Federica Di Giuseppe
2023-01-01
Abstract
La fine del regno di Etelredo II (ca. 966/968-1016) segna uno stravolgimento nell’assetto socio-politico dell’Inghilterra alto-medievale: dopo anni di crisi nazionale, dovuta da un lato al malgoverno del sovrano e dall’altro ai continui e devastanti raid vichinghi, l’ascesa di Canuto il Grande (ca. 995–1035) riporta ordine e stabilità in una nazione ormai sulla via del tracollo politico ed economico. In questo contesto, l’arcivescovo Wulfstan di York (ca. 946/966–1023) vede nel nuovo regno e nel legame pacifico fra inglesi e danesi l’opportunità per risollevare le sorti del popolo, creando i presupposti per una società ordinata secondo la volontà divina. Sulla scia di queste riflessioni, lo scopo del presente lavoro è illustrare come Wulfstan tenda a fondere le sue responsabilità di statesman e churchman – un’unione evidente anche nella sua produzione. Non è un caso che le sue omelie si facciano via via sempre più legali nello stile, e che le sue leggi abbondino di elementi di natura religiosa. Fra questi, a spiccare è il ruolo del diavolo nella legislazione curata per Canuto: ispirandosi alla nota metafora del lupo che aggredisce le pecore innocenti, Wulfstan sfrutta l’immagine per esaltare il ruolo di vescovi e preti nel correggere la società prima del Giudizio Finale. Dopo averne analizzato i precedenti biblici, l’attenzione sarà focalizzata sul ruolo del lupo in ambito giuridico, e sulle sfumature semantiche del termine che Wulfstan utilizza per indicarlo. In questo modo, si cercheranno di chiarire le motivazioni alla base della sua scelta lessicale, tenendo presente il suo desiderio di ammonire ogni singolo membro della società circa le responsabilità del buon cristiano.File | Dimensione | Formato | |
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