L’Italia affronta un periodo negativo sia demografico che economico; il 2018 registra il peggior calo demografico dell’ultimo secolo. Altro fattore è la crisi climatica: l’innalzamento delle temperature e l’andamento delle precipitazioni, incidono sulla sicurezza di edifici e infrastrutture. Le aree marginali subiscono gli effetti peggiori di questa crisi. Il progetto architettonico non è più sufficiente per innescare processi di rigenerazione urbana e territoriale: è fondamentale avviare, in parallelo al recupero degli edifici, una “cura” della comunità e della socialità, per favorire il ripopolamento andando oltre l’utilizzo solamente temporaneo di questi luoghi, come accade con il turismo. Partendo da queste tracce di fondo, prende il via l'esperimento di co-progettazione condotto con l'amministrazione del Comune di Stregna, un paese del nord-est italiano, che ha portato alla realizzazione del workshop di progettazione Abitare le distanze. Al centro della riflessione ci sono alcune ipotesi di valorizzazione delle risorse locali, dal punto di vista ambientale e culturale, anche attraverso il ridisegno del paesaggio con la conversione di spazi abbandonati in terreni produttivi. Nuove metodologie che, guardando alle tradizioni del passato, diventino buone pratiche basate su forme economiche e agroforestali per il territorio rurale produttivo, favorendo il ritorno alla produzione agricola come strumento per definire una nuova situazione spaziale, dal riordino fondiario alle strategie di mitigazione ai cambiamenti climatici, dalla mobilità all’energia sostenibile. Il territorio come luogo di produzione in alleanza con un’idea di architettura rigenerata per abitare, produrre e vivere in comunità, offrendo alla collettività tutta una serie di servizi utili alla vita quotidiana a livello educativo, sociale, ricreativo e terapeutico facilitando l’arrivo di nuovi abitanti, che possano aumentare il capitale sociale territoriale ed il benessere della comunità, diventando protagonisti dei nuovi processi produttivi anche attraverso l’agricoltura e l’allevamento.
Il progetto dei luoghi del lavoro come strumento di rigenerazione delle aree interne
cervesato alberto
Primo
2024-01-01
Abstract
L’Italia affronta un periodo negativo sia demografico che economico; il 2018 registra il peggior calo demografico dell’ultimo secolo. Altro fattore è la crisi climatica: l’innalzamento delle temperature e l’andamento delle precipitazioni, incidono sulla sicurezza di edifici e infrastrutture. Le aree marginali subiscono gli effetti peggiori di questa crisi. Il progetto architettonico non è più sufficiente per innescare processi di rigenerazione urbana e territoriale: è fondamentale avviare, in parallelo al recupero degli edifici, una “cura” della comunità e della socialità, per favorire il ripopolamento andando oltre l’utilizzo solamente temporaneo di questi luoghi, come accade con il turismo. Partendo da queste tracce di fondo, prende il via l'esperimento di co-progettazione condotto con l'amministrazione del Comune di Stregna, un paese del nord-est italiano, che ha portato alla realizzazione del workshop di progettazione Abitare le distanze. Al centro della riflessione ci sono alcune ipotesi di valorizzazione delle risorse locali, dal punto di vista ambientale e culturale, anche attraverso il ridisegno del paesaggio con la conversione di spazi abbandonati in terreni produttivi. Nuove metodologie che, guardando alle tradizioni del passato, diventino buone pratiche basate su forme economiche e agroforestali per il territorio rurale produttivo, favorendo il ritorno alla produzione agricola come strumento per definire una nuova situazione spaziale, dal riordino fondiario alle strategie di mitigazione ai cambiamenti climatici, dalla mobilità all’energia sostenibile. Il territorio come luogo di produzione in alleanza con un’idea di architettura rigenerata per abitare, produrre e vivere in comunità, offrendo alla collettività tutta una serie di servizi utili alla vita quotidiana a livello educativo, sociale, ricreativo e terapeutico facilitando l’arrivo di nuovi abitanti, che possano aumentare il capitale sociale territoriale ed il benessere della comunità, diventando protagonisti dei nuovi processi produttivi anche attraverso l’agricoltura e l’allevamento.File | Dimensione | Formato | |
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