Benché non giocassero alcun ruolo attivo nella scena politica francese, gli architetti “rivoluzionari” si distinsero nella Francia della seconda metà del ’700 per aver assimilato e tradotto graficamente nei loro progetti i grandi ideali portati avanti dai pensatori e dagli scienziati del secolo. Essi aspirarono all’espressività e all’individualità delle architetture attraverso le forme geometriche elementari, con particolare interesse alla sfera. Un parametro frequente in queste visioni architettoniche riguardò la messa in immagine dell’incommensurabile, rapportando la volta celeste al globo terrestre. Oltre a Étienne-Louis Boullée (1728-1799), altri architetti cercarono di sintetizzare questi principi all’interno dei loro progetti, tra questi Antonie Laurent Thomas Vaudoyer (1756–1846) con la Maison d’un Cosmopolite (1785). Il contributo qui proposto ha voluto inquadrare il panorama culturale e il progetto di questo architetto dell’Illuminismo francese, soprattutto attraverso le tecniche proprie della disciplina della Rappresentazione utili al raggiungimento di esiti geometrico-configurativi. L’obiettivo è stato quello di definire e comprendere dal punto di vista grafico e dimensionale come fu interpretata la questione della dismisura e del difficilmente misurabile in un’architettura visionaria. Although they played no active role in the French political scene, architects who were considered “revolutionary” distinguished themselves in France in the second half of the 1700s by assimilating and graphically translating into their designs the great ideals advanced by the thinkers and scientists of the century. The architects sought to achieve the expressiveness and individuality of architecture using elementary geometric forms, with a particular interest in the sphere. A recurring theme in these architectural drawings was the representation of the infinite, with the celestial vault being juxtaposed against the terrestrial globe. In addition to Étienne-Louis Boullée (1728-1799), other architects attempted to integrate these principles into their designs. Among them was Antonie Laurent Thomas Vaudoyer (1756-1846), who designed the Maison d’un Cosmopolite (1785). The aim of the essay was to provide a framework for understanding the cultural context and project of this French Enlightenment architect, with a particular focus on the techniques employed in the discipline of Representation, which are useful in achieving geometric-configurative outcomes. The objective was to define and understand graphically and dimensionally how the issue of the unmeasurable and difficult to measure in visionary architecture was interpreted.
La rappresentazione dell’incommensurabile: la Maison d’un Cosmopolite di Antonie Laurent Thomas Vaudoyer / The representation of the immeasurable: la Maison d’un Cosmopolite by Antonie Laurent Thomas Vaudoyer
Silvia Masserano
Primo
;Veronica Riavis
Secondo
2024-01-01
Abstract
Benché non giocassero alcun ruolo attivo nella scena politica francese, gli architetti “rivoluzionari” si distinsero nella Francia della seconda metà del ’700 per aver assimilato e tradotto graficamente nei loro progetti i grandi ideali portati avanti dai pensatori e dagli scienziati del secolo. Essi aspirarono all’espressività e all’individualità delle architetture attraverso le forme geometriche elementari, con particolare interesse alla sfera. Un parametro frequente in queste visioni architettoniche riguardò la messa in immagine dell’incommensurabile, rapportando la volta celeste al globo terrestre. Oltre a Étienne-Louis Boullée (1728-1799), altri architetti cercarono di sintetizzare questi principi all’interno dei loro progetti, tra questi Antonie Laurent Thomas Vaudoyer (1756–1846) con la Maison d’un Cosmopolite (1785). Il contributo qui proposto ha voluto inquadrare il panorama culturale e il progetto di questo architetto dell’Illuminismo francese, soprattutto attraverso le tecniche proprie della disciplina della Rappresentazione utili al raggiungimento di esiti geometrico-configurativi. L’obiettivo è stato quello di definire e comprendere dal punto di vista grafico e dimensionale come fu interpretata la questione della dismisura e del difficilmente misurabile in un’architettura visionaria. Although they played no active role in the French political scene, architects who were considered “revolutionary” distinguished themselves in France in the second half of the 1700s by assimilating and graphically translating into their designs the great ideals advanced by the thinkers and scientists of the century. The architects sought to achieve the expressiveness and individuality of architecture using elementary geometric forms, with a particular interest in the sphere. A recurring theme in these architectural drawings was the representation of the infinite, with the celestial vault being juxtaposed against the terrestrial globe. In addition to Étienne-Louis Boullée (1728-1799), other architects attempted to integrate these principles into their designs. Among them was Antonie Laurent Thomas Vaudoyer (1756-1846), who designed the Maison d’un Cosmopolite (1785). The aim of the essay was to provide a framework for understanding the cultural context and project of this French Enlightenment architect, with a particular focus on the techniques employed in the discipline of Representation, which are useful in achieving geometric-configurative outcomes. The objective was to define and understand graphically and dimensionally how the issue of the unmeasurable and difficult to measure in visionary architecture was interpreted.File | Dimensione | Formato | |
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