Questo è il primo libro in italiano su Antoni Malczewski, il più importante poeta del primo romanticismo polacco accanto ad Adam Mickiewicz. Questo è anche il primo studio che ha per oggetto non il testo poetico dell’unica opera pervenutaci di Malczewski, il racconto in versi Maria (1825), bensì una nota, la seconda, del commento autoriale che accompagna la narrazione poetica. In questo breve e densissimo testo, Malczewski si cimenta in una descrizione dell’Estasi di santa Cecilia di Raffaello, conservata presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Nel saggio ne viene proposta una lettura che si avvale degli strumenti concettuali dei visual studies: cosa vede e cosa non vede? E come vede quello che vede e perché? L’ecfrasi malczewskiana viene confrontata con altre tre descrizioni coeve e collocata nel contesto della immensa popolarità di questa antica figura retorica tra Settecento e Ottocento nell’intento di fornire una (parziale) risposta alla domanda su quale fosse il regime scopico dell’epoca che ha immediatamente preceduto l’invenzione della fotografia.

Ecfrasi di un’estasi. La Santa Cecilia di Raffaello descritta da Antoni Malczewski

Emiliano Ranocchi
2024-01-01

Abstract

Questo è il primo libro in italiano su Antoni Malczewski, il più importante poeta del primo romanticismo polacco accanto ad Adam Mickiewicz. Questo è anche il primo studio che ha per oggetto non il testo poetico dell’unica opera pervenutaci di Malczewski, il racconto in versi Maria (1825), bensì una nota, la seconda, del commento autoriale che accompagna la narrazione poetica. In questo breve e densissimo testo, Malczewski si cimenta in una descrizione dell’Estasi di santa Cecilia di Raffaello, conservata presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Nel saggio ne viene proposta una lettura che si avvale degli strumenti concettuali dei visual studies: cosa vede e cosa non vede? E come vede quello che vede e perché? L’ecfrasi malczewskiana viene confrontata con altre tre descrizioni coeve e collocata nel contesto della immensa popolarità di questa antica figura retorica tra Settecento e Ottocento nell’intento di fornire una (parziale) risposta alla domanda su quale fosse il regime scopico dell’epoca che ha immediatamente preceduto l’invenzione della fotografia.
2024
978-88-3613-533-2
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