La ricerca qui proposta vuole presentare alcune procedure e applicazioni utili a convertire una rappresentazione bidimensionale di un’opera pittorica in un modello tridimensionale digitale e fisico grazie a funzioni algoritmiche che prevedono l’impiego di mappe di profondità secondo la metodologia definita “Shape-from-Shading”. Attraverso la successiva fase di prototipazione fisica degli elaborati, l’obiettivo dell’indagine è stato quello di offrire traduzioni tattili in scala di dipinti che siano accessibili a un più ampio e variegato pubblico, con particolare interesse alle persone non vedenti e ipovedenti. A tale scopo, sia nelle fasi di elaborazione della copia digitale che nella sua traduzione fisica, si è prestato attenzione al trattamento delle superfici, ma anche e soprattutto alla definizione del rilievo, delle sagome, del dettaglio e delle trame al fine di distinguere gli elementi rappresentati nel dipinto secondo i principi e i limiti sensoriali propri della percezione tattile. Tale procedimento digitale, supportato da un gruppo di lavoro interdisciplinare costituito da esperti della rappresentazione, della tecnologia, della psicologia della percezione e della storia dell’arte, permetterebbe di creare – ove possibile – copie tattili di opere significative e di definire percorsi inclusivi a tema all’interno di pinacoteche e musei implementando l’educazione all’estetica e ampliando la divulgazione socioculturale.
Dall'immagine al modello: l'impiego delle mappe di profondità per la restituzione aptica di dipinti
Alberto Sdegno
Primo
;Veronica Riavis
Secondo
;Silvia Masserano
Ultimo
2024-01-01
Abstract
La ricerca qui proposta vuole presentare alcune procedure e applicazioni utili a convertire una rappresentazione bidimensionale di un’opera pittorica in un modello tridimensionale digitale e fisico grazie a funzioni algoritmiche che prevedono l’impiego di mappe di profondità secondo la metodologia definita “Shape-from-Shading”. Attraverso la successiva fase di prototipazione fisica degli elaborati, l’obiettivo dell’indagine è stato quello di offrire traduzioni tattili in scala di dipinti che siano accessibili a un più ampio e variegato pubblico, con particolare interesse alle persone non vedenti e ipovedenti. A tale scopo, sia nelle fasi di elaborazione della copia digitale che nella sua traduzione fisica, si è prestato attenzione al trattamento delle superfici, ma anche e soprattutto alla definizione del rilievo, delle sagome, del dettaglio e delle trame al fine di distinguere gli elementi rappresentati nel dipinto secondo i principi e i limiti sensoriali propri della percezione tattile. Tale procedimento digitale, supportato da un gruppo di lavoro interdisciplinare costituito da esperti della rappresentazione, della tecnologia, della psicologia della percezione e della storia dell’arte, permetterebbe di creare – ove possibile – copie tattili di opere significative e di definire percorsi inclusivi a tema all’interno di pinacoteche e musei implementando l’educazione all’estetica e ampliando la divulgazione socioculturale.File | Dimensione | Formato | |
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