Che Italo Calvino sia uno scrittore freddo è luogo comune critico solo parzialmente messo in discussione. Certamente la pratica autocensoria degli esordi, che si protrae fino alla Trilogia degli antenati, nonché alcune modalità di autorappresentazione ricorrenti hanno contribuito a plasmare l’immagine di un autore più intento alla costruzione di geometrie di algida esattezza che alla rappresentazione di emozioni e pulsioni, in particolare erotiche. Eppure l’eros, un eros a bassa intensità ma dal notevole peso narrativo, attraversa tutta l'opera di Calvino sempre associato a figure femminili. Queste, come è stato notato, solo in rarissimi casi assurgono al ruolo di personaggi primari, anche ammesso che di personaggi a tutto tondo possa parlarsi propriamente; cionondimeno, contribuiscono ad alimentare la macchina narrativa attraverso una dinamica tipicamente cavalleresca di attrazione-fuga: attirano a sé il personaggio maschile per poi scappare da esso. Nella produzione calviniana, insomma, alle figure femminili, pur in secondo piano e svuotate di una psicologia coerente, è spesso demandato il compito di produrre l’intreccio. L’intervento si propone di descrivere e interpretare questo movimento generatore di racconto dalle Cosmicomiche (ambientate in un universo dove è il desiderio a produrre il cambiamento) alle Città invisibili (su cui aleggia una sensualità rarefatta e tutte le città portano nomi di donna) passando attraverso al trattamento cinematografico del Milione di Marco Polo a cui Calvino lavorò nei primi anni Sessanta.
Donne, desiderio, racconto. Le figure femminili dalle Cosmicomiche alle Città invisibili
Paolo Cerutti
2024-01-01
Abstract
Che Italo Calvino sia uno scrittore freddo è luogo comune critico solo parzialmente messo in discussione. Certamente la pratica autocensoria degli esordi, che si protrae fino alla Trilogia degli antenati, nonché alcune modalità di autorappresentazione ricorrenti hanno contribuito a plasmare l’immagine di un autore più intento alla costruzione di geometrie di algida esattezza che alla rappresentazione di emozioni e pulsioni, in particolare erotiche. Eppure l’eros, un eros a bassa intensità ma dal notevole peso narrativo, attraversa tutta l'opera di Calvino sempre associato a figure femminili. Queste, come è stato notato, solo in rarissimi casi assurgono al ruolo di personaggi primari, anche ammesso che di personaggi a tutto tondo possa parlarsi propriamente; cionondimeno, contribuiscono ad alimentare la macchina narrativa attraverso una dinamica tipicamente cavalleresca di attrazione-fuga: attirano a sé il personaggio maschile per poi scappare da esso. Nella produzione calviniana, insomma, alle figure femminili, pur in secondo piano e svuotate di una psicologia coerente, è spesso demandato il compito di produrre l’intreccio. L’intervento si propone di descrivere e interpretare questo movimento generatore di racconto dalle Cosmicomiche (ambientate in un universo dove è il desiderio a produrre il cambiamento) alle Città invisibili (su cui aleggia una sensualità rarefatta e tutte le città portano nomi di donna) passando attraverso al trattamento cinematografico del Milione di Marco Polo a cui Calvino lavorò nei primi anni Sessanta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.