In questo contributo verranno presi in considerazione tre testi che descrivono dei viaggi compiuti a piedi lungo dei fiumi. Questi libri saranno considerati nella loro qualità di ‘oggetti culturali viaggianti’ non solo in grado di funzionare come narrazioni odeporiche coerenti ma anche come testimonianze capaci di restituire intuizioni e sensazioni geografiche a proposito dei luoghi d’acqua (Della Dora 2009; Papotti 2019). Pertanto, attraverso la lettura di questi tre resoconti di viaggio fluviali, vorrei soffermarmi sulla dimensione materiale e spaziale di questi oggetti letterari in cui la cadenza della scrittura e del camminare (andare da un punto a un altro, unire quel che prima non era unito, le pause) diventa misura del tempo e dello spazio, un modo attraverso cui coniugare esperienza, descrizione e rappresentazione (Visentin 2024). Per farlo proverò ad esplorarli in due modi: uno come dei “cronotopi liquidi” e cioè considerando i corsi d’acqua lungo i quali si sono svolte queste passeggiate come delle strutture narrative in grado di fungere da guida per l’osservazione geografica del territorio nonché considerandoli quale motivazione principale che ha spinto al viaggio (Peterle & Visentin 2017; 2018). In secondo luogo, proverò ad interpretare la descrizione di queste camminate lungo i corsi d’acqua come dei ‘walking landscape-object’ (Duggan 2022) in grado di favorire degli “hydrophilic econouters” (Kitson Bucknumb e Meenar 2023) cioè come delle opportunità di connessione nei confronti delle geografie d’acqua, in grado di favorire degli scambi sia intellettuali che fisici ma anche capaci di suggerire delle pratiche di avvicinamento all’acqua per motivi personali, di ricerca, attività ludico-ricreative o per esperienze turistiche effimere. Così facendo questi libri verranno interpretati come degli oggetti mobili che ‘camminano e viaggiano’ e quindi non dovrebbero essere considerati solo come manoscritti che rappresentano e diffondono una certa narrativa di viaggio e/o degli immaginari geografici dei corsi d'acqua, ma anche come oggetti in grado di co-produrre delle pratiche specifiche di orientamento nel paesaggio, anche se transitorie e nomadi.
Inseguendo le linee blu: esplorare le relazioni tra pagine e luoghi d’acqua
Francesco Visentin
2025-01-01
Abstract
In questo contributo verranno presi in considerazione tre testi che descrivono dei viaggi compiuti a piedi lungo dei fiumi. Questi libri saranno considerati nella loro qualità di ‘oggetti culturali viaggianti’ non solo in grado di funzionare come narrazioni odeporiche coerenti ma anche come testimonianze capaci di restituire intuizioni e sensazioni geografiche a proposito dei luoghi d’acqua (Della Dora 2009; Papotti 2019). Pertanto, attraverso la lettura di questi tre resoconti di viaggio fluviali, vorrei soffermarmi sulla dimensione materiale e spaziale di questi oggetti letterari in cui la cadenza della scrittura e del camminare (andare da un punto a un altro, unire quel che prima non era unito, le pause) diventa misura del tempo e dello spazio, un modo attraverso cui coniugare esperienza, descrizione e rappresentazione (Visentin 2024). Per farlo proverò ad esplorarli in due modi: uno come dei “cronotopi liquidi” e cioè considerando i corsi d’acqua lungo i quali si sono svolte queste passeggiate come delle strutture narrative in grado di fungere da guida per l’osservazione geografica del territorio nonché considerandoli quale motivazione principale che ha spinto al viaggio (Peterle & Visentin 2017; 2018). In secondo luogo, proverò ad interpretare la descrizione di queste camminate lungo i corsi d’acqua come dei ‘walking landscape-object’ (Duggan 2022) in grado di favorire degli “hydrophilic econouters” (Kitson Bucknumb e Meenar 2023) cioè come delle opportunità di connessione nei confronti delle geografie d’acqua, in grado di favorire degli scambi sia intellettuali che fisici ma anche capaci di suggerire delle pratiche di avvicinamento all’acqua per motivi personali, di ricerca, attività ludico-ricreative o per esperienze turistiche effimere. Così facendo questi libri verranno interpretati come degli oggetti mobili che ‘camminano e viaggiano’ e quindi non dovrebbero essere considerati solo come manoscritti che rappresentano e diffondono una certa narrativa di viaggio e/o degli immaginari geografici dei corsi d'acqua, ma anche come oggetti in grado di co-produrre delle pratiche specifiche di orientamento nel paesaggio, anche se transitorie e nomadi.| File | Dimensione | Formato | |
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