La complessità dei fenomeni attuali appare indagabile criticamente solo attraverso una lettura plurale, esito della interazione tra punti di vista multipli e complementari. Affinché questa interdisciplinarità si compia è però necessario riconoscere gli apporti specifici delle componenti che partecipano del progetto; ancora di più in un’epoca in cui frammentazione in specialismi e complessità degli strumenti conducono verso una scientifizzazione delle discipline stesse. Se da un lato risulta difficile considerare l’architettura impermeabile alle sollecitazioni che provengono dall’attualità, dall’altro è necessario riconoscere all’architettura la propria identità, quella “pluralità singolare” in cui convivono carattere artistico e scientifico. Riaffermare questa identità significa riconoscere non tanto i territori d’azione ma l’esistenza di un centro disciplinare che guida il senso del proprio agire – «non si dà architettura senza costruzione e abitabilità» scrive Gregotti – per evitare sconfinamenti che finirebbero col produrre pure suggestioni. Ciò che si pone come necessario è rivendicare all’architettura il fatto di non avere come sola finalità l’edificio costruito ma anche il suo portato di pensiero. Riconoscere cioè la necessità di una teoria come costruzione di un universo capace di opporsi alle concretezze per ribadire il ruolo del progetto come portatore di valori civili. D’altro lato, il ritrarsi da un confronto “operativo” con i nuovi contesti, con le criticità cogenti dell’attualità, rischia di impoverire l’architettura del suo contenuto progettuale/processuale, per approdare a una espressione puramente artistica, percepita come autentica, ma di fatto autoreferenziale. In questo quadro è necessario affrontare la complessità di queste tematiche da un punto di vista compositivo per evitare di ridurre il progetto a un compendio di soluzioni impiegate in una prospettiva tecnologica come se questa fosse l’unica garanzia di attualità dell’architettura.
Il progetto di ricerca in architettura tra complessità dei fenomeni e centralità del "fare"
Giovanni Comi
2025-01-01
Abstract
La complessità dei fenomeni attuali appare indagabile criticamente solo attraverso una lettura plurale, esito della interazione tra punti di vista multipli e complementari. Affinché questa interdisciplinarità si compia è però necessario riconoscere gli apporti specifici delle componenti che partecipano del progetto; ancora di più in un’epoca in cui frammentazione in specialismi e complessità degli strumenti conducono verso una scientifizzazione delle discipline stesse. Se da un lato risulta difficile considerare l’architettura impermeabile alle sollecitazioni che provengono dall’attualità, dall’altro è necessario riconoscere all’architettura la propria identità, quella “pluralità singolare” in cui convivono carattere artistico e scientifico. Riaffermare questa identità significa riconoscere non tanto i territori d’azione ma l’esistenza di un centro disciplinare che guida il senso del proprio agire – «non si dà architettura senza costruzione e abitabilità» scrive Gregotti – per evitare sconfinamenti che finirebbero col produrre pure suggestioni. Ciò che si pone come necessario è rivendicare all’architettura il fatto di non avere come sola finalità l’edificio costruito ma anche il suo portato di pensiero. Riconoscere cioè la necessità di una teoria come costruzione di un universo capace di opporsi alle concretezze per ribadire il ruolo del progetto come portatore di valori civili. D’altro lato, il ritrarsi da un confronto “operativo” con i nuovi contesti, con le criticità cogenti dell’attualità, rischia di impoverire l’architettura del suo contenuto progettuale/processuale, per approdare a una espressione puramente artistica, percepita come autentica, ma di fatto autoreferenziale. In questo quadro è necessario affrontare la complessità di queste tematiche da un punto di vista compositivo per evitare di ridurre il progetto a un compendio di soluzioni impiegate in una prospettiva tecnologica come se questa fosse l’unica garanzia di attualità dell’architettura.| File | Dimensione | Formato | |
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