Molto prima di creare la "fabbrica", lo stato compie un'opera massiccia di ingegneria sociale per forgiare un individuo capace di assoggettarsi alla nuova disciplina del lavoro. Nel corso di tre secoli, cioè dal 1500 alla nascita della grande industria, si materializzano prototipi di individui -articolati sulle linee del sesso, dell'età, della razza e dello strato di classe-, a cui tutti possono e devono uniformarsi. La necessità è quella di instaurare comportamenti di massa omogenei, prevedibili e calcolabili. In quest'ottica donne e uomini vengono violentemente costretti a cambiare il rapporto con il proprio corpo, con la sessualità, con la socialità, con il loro stesso essere uomo o donna, bambino-bambina, adulto-adulta, con la vita e la morte, il tempo e lo spazio. Il volume ripercorre le tappe fondamentali di tale massiccia trasformazione e ne delinea i tratti significativi: il corpo diviene un'entità estranea e nemica, una macchina, terreno di innovazione della scienza; il sesso si muta in lavoro, valore d'uso per il valore; l'identità sessuale è ridefinita: l'uomo diventa più "maschile", la donna più "femminile"; l'infanzia risulta infine uno stato sociale a sé stante all'interno della formazione dell'individuo produttivo. Le varie occasioni di socialità del vecchio mondo -feste, danze, pellegrinaggi - scompaiono perché non più funzionali. Fase centrale di quest'opera di riforma del corpo sociale è la caccia alle streghe, uno dei più vasti genocidi che la storia ricordi. Ma repressione e sviluppo marciano insieme: nell'individuo si vanno potenziando nuove attitudini in un processo che, se da un lato vede interiorizzarsi nel microcosmo della singola personalità i meccanismi del nuovo ordine produttivo, dall'altro scopre progressivamente nuove capacità di lotta. I molti ostacoli, i grandi ritardi, le esasperanti lentezze, le inversioni di marcia che il capitale incontra sul suo cammino rappresentano infatti i risultati delle ribellioni del corpo sociale, del grande Calibano.

Il grande Calibano. Storia del corpo sociale ribelle nella prima fase del capitale

FORTUNATI, Leopoldina;
1984-01-01

Abstract

Molto prima di creare la "fabbrica", lo stato compie un'opera massiccia di ingegneria sociale per forgiare un individuo capace di assoggettarsi alla nuova disciplina del lavoro. Nel corso di tre secoli, cioè dal 1500 alla nascita della grande industria, si materializzano prototipi di individui -articolati sulle linee del sesso, dell'età, della razza e dello strato di classe-, a cui tutti possono e devono uniformarsi. La necessità è quella di instaurare comportamenti di massa omogenei, prevedibili e calcolabili. In quest'ottica donne e uomini vengono violentemente costretti a cambiare il rapporto con il proprio corpo, con la sessualità, con la socialità, con il loro stesso essere uomo o donna, bambino-bambina, adulto-adulta, con la vita e la morte, il tempo e lo spazio. Il volume ripercorre le tappe fondamentali di tale massiccia trasformazione e ne delinea i tratti significativi: il corpo diviene un'entità estranea e nemica, una macchina, terreno di innovazione della scienza; il sesso si muta in lavoro, valore d'uso per il valore; l'identità sessuale è ridefinita: l'uomo diventa più "maschile", la donna più "femminile"; l'infanzia risulta infine uno stato sociale a sé stante all'interno della formazione dell'individuo produttivo. Le varie occasioni di socialità del vecchio mondo -feste, danze, pellegrinaggi - scompaiono perché non più funzionali. Fase centrale di quest'opera di riforma del corpo sociale è la caccia alle streghe, uno dei più vasti genocidi che la storia ricordi. Ma repressione e sviluppo marciano insieme: nell'individuo si vanno potenziando nuove attitudini in un processo che, se da un lato vede interiorizzarsi nel microcosmo della singola personalità i meccanismi del nuovo ordine produttivo, dall'altro scopre progressivamente nuove capacità di lotta. I molti ostacoli, i grandi ritardi, le esasperanti lentezze, le inversioni di marcia che il capitale incontra sul suo cammino rappresentano infatti i risultati delle ribellioni del corpo sociale, del grande Calibano.
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