La monografia ricostruisce, alla luce di fonti archivistiche non sempre di facile rinvenimento e accesso oltre che della pubblicistica dell'epoca e della letteratura specialistica, l'esperienza delle origini e dei primi sviluppi delle casse rurali di prestiti (ora banche di credito cooperativo), che ebbero una capillare propagazione nel Veneto 'bianco' e segnatamente nella Marca trevigiana nell'ultimo scorcio del XIX secolo e all'inizio del XX. Di queste società cooperative a responsabilità illimitata e solidale si sono documentati la genesi, la localizzazione, le dimensioni, le aggregazioni sociali, le modalità operative e gestionali, l'entità e la destinazione dei prestiti concessi, l'ammontare dei depositi raccolti, i rapporti con le banche cittadine (e quelli privilegiati con la banca cattolica), in definitiva lo sforzo profuso per coniugare efficienza e solidarismo. L'indagine ha consentito di discutere interpretazioni controverse circa la politica creditizia delle casse rurali, confutando, almeno parzialmente, la tesi secondo cui esse avrebbero drenato risparmio dalle campagne per convogliarlo alle banche di città. Si è sottoposta a vaglio critico l'asserita incapacità delle casse stesse, che si sarebbero limitate a fronteggiare le emergenze finanziarie, di avviare un processo di ammodernamento dell'agricoltura: al contrario, è documentato che buona parte del flusso di capitali da esse erogato fu indirizzato verso impieghi produttivi e in un secondo tempo promosse la diffusione della proprietà contadina.
Le casse rurali nella Marca trevigiana tra '800 e '900. Alle origini della cooperazione cattolica di credito nelle campagne venete
BOF, Frediano
1992-01-01
Abstract
La monografia ricostruisce, alla luce di fonti archivistiche non sempre di facile rinvenimento e accesso oltre che della pubblicistica dell'epoca e della letteratura specialistica, l'esperienza delle origini e dei primi sviluppi delle casse rurali di prestiti (ora banche di credito cooperativo), che ebbero una capillare propagazione nel Veneto 'bianco' e segnatamente nella Marca trevigiana nell'ultimo scorcio del XIX secolo e all'inizio del XX. Di queste società cooperative a responsabilità illimitata e solidale si sono documentati la genesi, la localizzazione, le dimensioni, le aggregazioni sociali, le modalità operative e gestionali, l'entità e la destinazione dei prestiti concessi, l'ammontare dei depositi raccolti, i rapporti con le banche cittadine (e quelli privilegiati con la banca cattolica), in definitiva lo sforzo profuso per coniugare efficienza e solidarismo. L'indagine ha consentito di discutere interpretazioni controverse circa la politica creditizia delle casse rurali, confutando, almeno parzialmente, la tesi secondo cui esse avrebbero drenato risparmio dalle campagne per convogliarlo alle banche di città. Si è sottoposta a vaglio critico l'asserita incapacità delle casse stesse, che si sarebbero limitate a fronteggiare le emergenze finanziarie, di avviare un processo di ammodernamento dell'agricoltura: al contrario, è documentato che buona parte del flusso di capitali da esse erogato fu indirizzato verso impieghi produttivi e in un secondo tempo promosse la diffusione della proprietà contadina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.