La monografia verte sulle vicende evolutive della gelsibachicoltura e dell'industria serica in Friuli nei secoli XVIII e XIX: la dettagliata ricostruzione intercorre dall'ultimo periodo veneziano alla travagliata età napoleonica, dalla fase espansiva della Restaurazione allo shock dell'epizoozia pebrinica che connotò l'estremo scorcio della dominazione austriaca fino alla faticosa ripresa produttiva dei primi decenni dopo l'annessione al Regno d'Italia. Per tale ricerca ci si è avvalsi , oltre che della ricca pubblicistica locale, di inedita documentazione archivistica, conservata perlopiù a Udine (Archivio di Stato, del Comune, fondi della Biblioteca civica Joppi e della Biblioteca del Seminario arcivescovile) e a Venezia (Archivio di Stato). Tale comparto economico-produttivo ha avuto nella regione considerata una rilevanza notevolissima sotto molteplici profili, coinvolgendo tutte le componenti del mondo rurale ma non solo. La sericoltura friulana si mantenne sino a fine Ottocento in bilico tra agricoltura e industria, ancorata a un modello che ben si attagliava alle locali condizioni socioproduttive, cioè alla filanda decentrata a fuoco diretto, che non richiedeva ingenti investimenti di capitale, impiegava manodopera stagionale femminile e conservava la duttilità delle piccole dimensioni. Si è ripercorsa analiticamente l'evoluzione tecnica e organizzativa sia della gelsicoltura, sia della bachicoltura, sia del mercato dei bozzoli, nella cui secolare vicenda si è dettagliatamente ricostruito il 'destino incrociato' della pesa pubblica e della "metida", il prezzo medio dichiarato al termine delle annuali contrattazioni. Si è documentato come al pur discontinuo processo di crescita della sericoltura regionale abbiano concorso, da un lato, strutture associative e istituzioni locali, dall'altro un manipolo di agronomi 'illuminati' e di imprenditori-innovatori che esplicarono un efficace ruolo propulsivo. Con tale organica ricostruzione si è colmata una lacuna storiografica in ambito regionale, gettando luce su aspetti caratterizzanti dell'economia e della società rurale e al tempo stesso su esperienze 'protoindustriali', nelle quali sono ravvisabili le premesse del moderno sviluppo economico del Friuli.

Gelsi, bigattiere e filande in Friuli da metà Settecento a fine Ottocento

BOF, Frediano
2001-01-01

Abstract

La monografia verte sulle vicende evolutive della gelsibachicoltura e dell'industria serica in Friuli nei secoli XVIII e XIX: la dettagliata ricostruzione intercorre dall'ultimo periodo veneziano alla travagliata età napoleonica, dalla fase espansiva della Restaurazione allo shock dell'epizoozia pebrinica che connotò l'estremo scorcio della dominazione austriaca fino alla faticosa ripresa produttiva dei primi decenni dopo l'annessione al Regno d'Italia. Per tale ricerca ci si è avvalsi , oltre che della ricca pubblicistica locale, di inedita documentazione archivistica, conservata perlopiù a Udine (Archivio di Stato, del Comune, fondi della Biblioteca civica Joppi e della Biblioteca del Seminario arcivescovile) e a Venezia (Archivio di Stato). Tale comparto economico-produttivo ha avuto nella regione considerata una rilevanza notevolissima sotto molteplici profili, coinvolgendo tutte le componenti del mondo rurale ma non solo. La sericoltura friulana si mantenne sino a fine Ottocento in bilico tra agricoltura e industria, ancorata a un modello che ben si attagliava alle locali condizioni socioproduttive, cioè alla filanda decentrata a fuoco diretto, che non richiedeva ingenti investimenti di capitale, impiegava manodopera stagionale femminile e conservava la duttilità delle piccole dimensioni. Si è ripercorsa analiticamente l'evoluzione tecnica e organizzativa sia della gelsicoltura, sia della bachicoltura, sia del mercato dei bozzoli, nella cui secolare vicenda si è dettagliatamente ricostruito il 'destino incrociato' della pesa pubblica e della "metida", il prezzo medio dichiarato al termine delle annuali contrattazioni. Si è documentato come al pur discontinuo processo di crescita della sericoltura regionale abbiano concorso, da un lato, strutture associative e istituzioni locali, dall'altro un manipolo di agronomi 'illuminati' e di imprenditori-innovatori che esplicarono un efficace ruolo propulsivo. Con tale organica ricostruzione si è colmata una lacuna storiografica in ambito regionale, gettando luce su aspetti caratterizzanti dell'economia e della società rurale e al tempo stesso su esperienze 'protoindustriali', nelle quali sono ravvisabili le premesse del moderno sviluppo economico del Friuli.
2001
8884200687
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