L'analisi sulla evoluzione della organizzazione cooperativa conduce ad ipotizzare che l'introduzione di modelli manageriali sia la risultante di un processo evolutivo che porta la cooperativa ad essere inserita in un processo agro-industriale competitivo e di crescente integrazione con altre imprese cooperative e non cooperative. Lo sviluppo organizzativo ed i processi di crescita sono conseguenti alla necessità di acquisire: a) una migliore efficienza interna con riduzione dei costi ed acquisizione di economie di scala; b) di migliorare la propria posizione competitiva nel mercato in cui essa opera. Da queste premesse nasce l'esigenza di studiare i processi di pianificazione e controllo che conducono a strutturare le relazioni di scambio con i soci, a verificare i risultati dì gestione, ed effettuare piani di investimento e di sviluppo nel medio-lungo periodo. L'esigenza di disporre di modelli contabili specifici per le cooperative ha stimolato l'impegno di diversi studiosi che hanno prodotto interessanti lavori empirici dai quali emergono utili informazioni sia di tipo aziendale che settoriale. In questo senso sembra che le innovazioni introdotte con l'evolversi del sistema agro-alimentare consistano nel recepire da parte delle cooperative delle metodologie contabili per la certificazione dei bilanci uniformizzati . La constatazione che emerge dai lavori empirici esaminati è che la sottocapitalizzazione, rappresenti un fattore di debolezza strutturale che incrina il rapporto di collaborazione e fiducia fra socio e cooperativa quando questa inizia a crescere. Non è tanto un problema di scollamento fra proprietà e controllo quanto l'incertezza dei risultati economici e la rischiosità per il socio di dover rispondere col proprio capitale a nuove strategie condizionate da finanziatori esterni. La valutazione dell'equilibrio finanziario si basa sulla capacità dell'impresa a rinnovare i cicli produttivi e commerciali senza discontinuità operative. Problematica risulta la stabilizzazione dei flussi finanziari attraverso le manovre sui flussi di cassa (cash flow), o dilazionando le liquidazioni dei conferimenti che in alcuni casi diventano la prassi ordinaria per rispondere a problemi di liquidità

La cooperazione nel settore agroindustriale

ROSA, Franco
1988-01-01

Abstract

L'analisi sulla evoluzione della organizzazione cooperativa conduce ad ipotizzare che l'introduzione di modelli manageriali sia la risultante di un processo evolutivo che porta la cooperativa ad essere inserita in un processo agro-industriale competitivo e di crescente integrazione con altre imprese cooperative e non cooperative. Lo sviluppo organizzativo ed i processi di crescita sono conseguenti alla necessità di acquisire: a) una migliore efficienza interna con riduzione dei costi ed acquisizione di economie di scala; b) di migliorare la propria posizione competitiva nel mercato in cui essa opera. Da queste premesse nasce l'esigenza di studiare i processi di pianificazione e controllo che conducono a strutturare le relazioni di scambio con i soci, a verificare i risultati dì gestione, ed effettuare piani di investimento e di sviluppo nel medio-lungo periodo. L'esigenza di disporre di modelli contabili specifici per le cooperative ha stimolato l'impegno di diversi studiosi che hanno prodotto interessanti lavori empirici dai quali emergono utili informazioni sia di tipo aziendale che settoriale. In questo senso sembra che le innovazioni introdotte con l'evolversi del sistema agro-alimentare consistano nel recepire da parte delle cooperative delle metodologie contabili per la certificazione dei bilanci uniformizzati . La constatazione che emerge dai lavori empirici esaminati è che la sottocapitalizzazione, rappresenti un fattore di debolezza strutturale che incrina il rapporto di collaborazione e fiducia fra socio e cooperativa quando questa inizia a crescere. Non è tanto un problema di scollamento fra proprietà e controllo quanto l'incertezza dei risultati economici e la rischiosità per il socio di dover rispondere col proprio capitale a nuove strategie condizionate da finanziatori esterni. La valutazione dell'equilibrio finanziario si basa sulla capacità dell'impresa a rinnovare i cicli produttivi e commerciali senza discontinuità operative. Problematica risulta la stabilizzazione dei flussi finanziari attraverso le manovre sui flussi di cassa (cash flow), o dilazionando le liquidazioni dei conferimenti che in alcuni casi diventano la prassi ordinaria per rispondere a problemi di liquidità
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