Della cooperazione friulano-giuliana nelle sue variegate articolazioni è ricostruito un profilo storico, alla luce della pubblicistica coeva e della letteratura specialistica, a partire dalle esperienze pionieristiche che affondano le loro radici negli anni '80 dell'Ottocento: nella loro genesi si fusero spontaneismo e imitazione di modelli presenti nelle limitrofe province venete, e si distinse il ruolo propulsivo dell'Associazione agraria friulana. Tutto ciò avvenne in un contesto socioeconomico prevalentemente agricolo-pastorale, connotato peraltro da rilevanti disomogeneità non solo pedologico-ambientali, bensì pure degli assetti proprietari, delle strutture produttive, dei flussi migratori. Il lavoro delinea anzitutto la localizzazione, le dimensioni, le dinamiche evolutive del movimento cooperativo, ma anche le appartenenze culturali (dalla matrice laico-liberale a quella cattolica fino alla cooperazione socialista, ancorché di un socialismo pragmatico e non ideologico) e il fitto intreccio d'interessi coi corrispondenti movimenti politico-sindacali; sono prese in esame le strutture a carattere federativo e consortile, che presentano aspetti organizzativi e di coordinamento non poco differenziati. Sono indagati inoltre i rapporti intercorrenti tra cooperazione, società civile ed economia locale, evidenziando il ruolo complessivamente positivo, di tutela dei redditi e di calmierazione del mercato, esplicato dalle imprese cooperative nei confronti dei soci, piccoli operatori di un mercato locale non ancora integrato con quello nazionale, operatori presenti nella veste di fruitori di credito, lattari, bachicoltori, acquirenti di concimi, operai, consumatori.
La cooperazione in Friuli e nella Venezia Giulia dalle origini alla seconda guerra mondiale
BOF, Frediano
1995-01-01
Abstract
Della cooperazione friulano-giuliana nelle sue variegate articolazioni è ricostruito un profilo storico, alla luce della pubblicistica coeva e della letteratura specialistica, a partire dalle esperienze pionieristiche che affondano le loro radici negli anni '80 dell'Ottocento: nella loro genesi si fusero spontaneismo e imitazione di modelli presenti nelle limitrofe province venete, e si distinse il ruolo propulsivo dell'Associazione agraria friulana. Tutto ciò avvenne in un contesto socioeconomico prevalentemente agricolo-pastorale, connotato peraltro da rilevanti disomogeneità non solo pedologico-ambientali, bensì pure degli assetti proprietari, delle strutture produttive, dei flussi migratori. Il lavoro delinea anzitutto la localizzazione, le dimensioni, le dinamiche evolutive del movimento cooperativo, ma anche le appartenenze culturali (dalla matrice laico-liberale a quella cattolica fino alla cooperazione socialista, ancorché di un socialismo pragmatico e non ideologico) e il fitto intreccio d'interessi coi corrispondenti movimenti politico-sindacali; sono prese in esame le strutture a carattere federativo e consortile, che presentano aspetti organizzativi e di coordinamento non poco differenziati. Sono indagati inoltre i rapporti intercorrenti tra cooperazione, società civile ed economia locale, evidenziando il ruolo complessivamente positivo, di tutela dei redditi e di calmierazione del mercato, esplicato dalle imprese cooperative nei confronti dei soci, piccoli operatori di un mercato locale non ancora integrato con quello nazionale, operatori presenti nella veste di fruitori di credito, lattari, bachicoltori, acquirenti di concimi, operai, consumatori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.