Le etichette usate per indicare le minoranze linguistiche non sono termini neutri, ma hanno ciascuna un preciso contenuto culturale che reca l'impronta degli atteggiamenti e degli intenti di chi le usa. Dopo aver ricostruito il processo storico che ha condotto, in un contesto di politica internazionale, alla elaborazione dei concetti di minoranza nazionale, etnica e poi linguistica, verranno passate in rassegna le diverse denominazioni che si sono succedute nel tempo per designare il costrutto: muovendo da espressioni ottocentesche e novecentesche come isola linguistica, colonia e oasi, che evocano una situazione di isolamento ed estraneità, sì giungerà a tempi più recenti in cui coesistono da una parte espressione di taglio populista (lingue minacciate, lingue tagliate e simili) e dall'altra un nucleo di tecnicismi, elaborati nell'ambito delle istituzioni comunitarie europee (lingue meno diffuse, lingue meno usate, lingue e culture regionali, lingue regionali e minoritarie), accomunati dall'esigenza di trovare una denominazione neutra che rimuova ogni possibile implicazione conflittuale. Di ogni scelta terminologica si rileveranno i limiti e le eventuali ambiguità. A conclusione verrà sostenuta la necessità di ridefinire la categoria di minoranza su basi non genealogiche ma sociolinguistiche e interlinguistiche.
Le minoranze linguistiche: una storia attraverso i termini
FUSCO, Fabiana
2006-01-01
Abstract
Le etichette usate per indicare le minoranze linguistiche non sono termini neutri, ma hanno ciascuna un preciso contenuto culturale che reca l'impronta degli atteggiamenti e degli intenti di chi le usa. Dopo aver ricostruito il processo storico che ha condotto, in un contesto di politica internazionale, alla elaborazione dei concetti di minoranza nazionale, etnica e poi linguistica, verranno passate in rassegna le diverse denominazioni che si sono succedute nel tempo per designare il costrutto: muovendo da espressioni ottocentesche e novecentesche come isola linguistica, colonia e oasi, che evocano una situazione di isolamento ed estraneità, sì giungerà a tempi più recenti in cui coesistono da una parte espressione di taglio populista (lingue minacciate, lingue tagliate e simili) e dall'altra un nucleo di tecnicismi, elaborati nell'ambito delle istituzioni comunitarie europee (lingue meno diffuse, lingue meno usate, lingue e culture regionali, lingue regionali e minoritarie), accomunati dall'esigenza di trovare una denominazione neutra che rimuova ogni possibile implicazione conflittuale. Di ogni scelta terminologica si rileveranno i limiti e le eventuali ambiguità. A conclusione verrà sostenuta la necessità di ridefinire la categoria di minoranza su basi non genealogiche ma sociolinguistiche e interlinguistiche.File | Dimensione | Formato | |
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